Addio a Giampiero Battaglia, volto storico dello sport e dell'economia di Padova

Si è spento all'età di 92 anni il presidente onorario della Canottieri Padova e guida storica del Maap

Adamo Chiesa

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22.05.2025 - 14:50

Giampiero Battaglia

Lunedì 19 maggio, a 92 anni, è scomparso Giampiero Battaglia, figura cardine della Canottieri Padova e del Maap, mente lucida e cuore instancabile di due istituzioni che ha contribuito a far crescere con dedizione e lungimiranza. Imprenditore e uomo di sport, Battaglia entra nel direttivo della Canottieri nel 1990 e nel 2005 ne assume la presidenza, imprimendo una svolta decisiva alla vita del circolo. Sotto la sua guida, la società sportiva si trasforma in un modello a livello nazionale, capace di coniugare eleganza, determinazione e una gestione solida anche nei momenti più difficili — come l’alluvione del 2010, affrontata senza mai perdere la rotta. Per la Canottieri non è stato solo un dirigente, ma un simbolo vivente: presidente prima, presidente onorario poi, ha accompagnato generazioni di atleti con passione, rigore e uno stile diretto, mai banale. Amava i giovani, lo sport e la cultura: era presenza fissa ai concerti dell’Orchestra di Padova e del Veneto, e seguiva con curiosità ogni novità. Professionista del settore contabile e imprenditoriale, nel 2007 ricevette anche la fiducia dell’amministrazione comunale, quando il sindaco Flavio Zanonato lo volle alla guida del consiglio d’amministrazione del Maap — il Mercato Agroalimentare di Padova, crocevia strategico dell’economia locale. In queste ore, dai social ai saloni della Canottieri, il suo ricordo affiora in decine di messaggi carichi di affetto e riconoscenza. Lo descrivono come un uomo mai superfluo, sempre presente, capace di mettere il proprio tempo e le proprie energie al servizio della collettività. Era il primo a fare i complimenti, l’ultimo ad andarsene dopo una riunione, sempre pronto a tendere la mano senza chiedere nulla in cambio. «Mai fermo, mai dietro le quinte», lo ricordano in molti. E il vuoto che lascia non sarà facile da colmare. Perché Giampiero Battaglia non giocava mai per sé: la sua partita era fatta di relazioni, di gesti concreti, di visione e senso di responsabilità. Padova oggi lo saluta con rispetto. E con profonda gratitudine.

Lunedì 19 maggio, a 92 anni, è scomparso Giampiero Battaglia, figura cardine della Canottieri Padova e del Maap, mente lucida e cuore instancabile di due istituzioni che ha contribuito a far crescere con dedizione e lungimiranza.

Imprenditore e uomo di sport, Battaglia entra nel direttivo della Canottieri nel 1990 e nel 2005 ne assume la presidenza, imprimendo una svolta decisiva alla vita del circolo. Sotto la sua guida, la società sportiva si trasforma in un modello a livello nazionale, capace di coniugare eleganza, determinazione e una gestione solida anche nei momenti più difficili — come l’alluvione del 2010, affrontata senza mai perdere la rotta.

Per la Canottieri non è stato solo un dirigente, ma un simbolo vivente: presidente prima, presidente onorario poi, ha accompagnato generazioni di atleti con passione, rigore e uno stile diretto, mai banale. Amava i giovani, lo sport e la cultura: era presenza fissa ai concerti dell’Orchestra di Padova e del Veneto, e seguiva con curiosità ogni novità.

Professionista del settore contabile e imprenditoriale, nel 2007 ricevette anche la fiducia dell’amministrazione comunale, quando il sindaco Flavio Zanonato lo volle alla guida del consiglio d’amministrazione del Maap — il Mercato Agroalimentare di Padova, crocevia strategico dell’economia locale.

In queste ore, dai social ai saloni della Canottieri, il suo ricordo affiora in decine di messaggi carichi di affetto e riconoscenza. Lo descrivono come un uomo mai superfluo, sempre presente, capace di mettere il proprio tempo e le proprie energie al servizio della collettività. Era il primo a fare i complimenti, l’ultimo ad andarsene dopo una riunione, sempre pronto a tendere la mano senza chiedere nulla in cambio.

«Mai fermo, mai dietro le quinte», lo ricordano in molti. E il vuoto che lascia non sarà facile da colmare. Perché Giampiero Battaglia non giocava mai per sé: la sua partita era fatta di relazioni, di gesti concreti, di visione e senso di responsabilità. Padova oggi lo saluta con rispetto. E con profonda gratitudine.