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Sicurezza sul lavoro

Giovane operaio muore sul lavoro in Trentino, la solidarietà dei Sindacati

Cordoglio e rabbia da parte dei sindacati dopo la morte di un 25enne moldavo a Roncone: "Non si può parlare ancora di fatalità. Servono verità, giustizia e prevenzione"

Foto dei sindacalisti Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Largher

Foto dei sindacalisti Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Largher

Un’altra tragedia sul lavoro scuote il Trentino. Un giovane operaio di soli 25 anni, cittadino moldavo residente a Padova, ha perso la vita mentre era impiegato presso la ditta Cmv di Roncone, in provincia di Trento. Il ragazzo, da pochi giorni assunto da un’impresa esterna, è stato schiacciato tra due travi d'acciaio durante lo svolgimento delle sue mansioni.

La notizia ha suscitato profondo dolore e indignazione tra i sindacati. In una nota congiunta, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Largher – rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil del Trentino – hanno espresso il loro cordoglio alla famiglia della vittima, chiedendo contestualmente che venga fatta piena luce sull’accaduto: “L’ennesima tragedia sul lavoro impone una risposta chiara. Chiediamo verità, giustizia e, soprattutto, prevenzione”.

Dello stesso tenore il messaggio diffuso dall’Ugl. “È inaccettabile continuare a parlare di 'fatalità' di fronte a una strage quotidiana che coinvolge lavoratori in tutta Italia”, si legge nella dichiarazione firmata da Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, e Leonardo Iania, segretario provinciale di Trento.

I sindacati chiedono interventi immediati, a partire da una formazione capillare sulla sicurezza che coinvolga anche le scuole, affinché la cultura della prevenzione diventi parte integrante della crescita professionale dei futuri lavoratori.

Tra le proposte avanzate, figura anche l’istituzione di un’Agenzia nazionale per la sicurezza sul lavoro, dotata di reali poteri ispettivi e risorse adeguate per garantire controlli sistematici su tutto il territorio nazionale. “Solo attraverso un’azione coordinata tra istituzioni, imprese e parti sociali – concludono i sindacati – sarà possibile arginare questa piaga inaccettabile.”

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