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Cronaca
26.05.2025 - 12:18
Due imprenditori della provincia di Treviso sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza con l’accusa di bancarotta fraudolenta patrimoniale, a seguito del fallimento della loro azienda meccanica, fondata nel 2009, con circa 1,5 milioni di euro di fatturato annuo e quattro dipendenti.
Le indagini sono scaturite dalla dichiarazione di fallimento emessa dal Tribunale di Treviso, su istanza di due imprese che collaboravano con la società. Secondo quanto emerso, la società era in condizioni critiche fin dal 2015, aggravate da pesanti debiti fiscali e gestionali e da una persistente mancanza di direzione organizzativa e amministrativa.
I due imprenditori sono accusati di aver aggravato lo stato di insolvenza, portando il passivo a 1,4 milioni di euro al momento del fallimento. Tra le condotte illecite contestate spiccano la mancata attivazione di strumenti legali per la gestione della crisi, e la manipolazione dei bilanci societari nel periodo 2014–2018 per un valore complessivo di circa 2,5 milioni di euro. Le irregolarità includono la mancata svalutazione di beni, l’alterazione delle rimanenze, la non rettifica degli ammortamenti, e l’omessa registrazione di fatture.
Inoltre, secondo gli inquirenti, i due titolari avrebbero distratto fondi aziendali per circa 90.000 euro, erogando compensi non autorizzati a uno degli amministratori e nascondendo il saldo di cassa.
Infine, è stata accertata la cessione occulta della società, avvenuta senza alcun corrispettivo economico: l’azienda sarebbe stata trasferita a una nuova struttura formalmente distinta ma con sede adiacente e identica attività, nella quale uno dei due denunciati è poi diventato amministratore. In questo modo, si sarebbe proseguita l’attività imprenditoriale eludendo il carico debitorio accumulato con la società originaria.
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