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Chiara Jaconis
29.05.2025 - 09:18
Foto di repertorio
Otto mesi dopo la morte di Chiara Jaconis, trentenne originaria di Padova, colpita da una statuetta lanciata da un balcone mentre passeggiava per i Quartieri Spagnoli di Napoli, emergono elementi che trasformano una tragica fatalità in un caso di negligenza e responsabilità non vigilata. Le conclusioni delle indagini condotte dalla Procura minorile di Napoli hanno individuato il responsabile materiale nel gesto di un ragazzino di tredici anni, già noto per comportamenti simili in passato.
Il fratello maggiore del tredicenne, che ha superato i 14 anni di età, era stato coinvolto nelle prime fasi dell'inchiesta, ma la sua posizione è stata successivamente archiviata. Parallelamente, la Procura ordinaria ha mantenuto aperto un fascicolo per accertare eventuali responsabilità dei genitori dei ragazzi, indagati per omicidio colposo in concorso e omessa vigilanza.
Il 15 settembre 2024, Chiara stava camminando in compagnia del fidanzato quando una statuina in onice — decorata con motivi ispirati all’arte egizia e del peso di diversi chilogrammi — l'ha colpita alla testa. Immediatamente soccorsa, ha perso conoscenza sul colpo. Ricoverata in ospedale, è deceduta il 17 settembre a seguito delle gravi lesioni riportate. Chiara si era recentemente trasferita a Parigi per lavorare nel mondo della moda, coronando un sogno personale e professionale.
Durante le indagini sono stati sequestrati diversi dispositivi elettronici e ascoltate numerose testimonianze, tra cui quelle di vicini e collaboratori domestici. Secondo gli atti trasmessi agli avvocati della famiglia Jaconis, le statuette lanciate sarebbero state due, con un peso complessivo superiore ai dieci chilogrammi. Il tredicenne coinvolto era già stato segnalato per comportamenti simili: lanci di tablet, cuscini e altri oggetti dal balcone.
I genitori del minore hanno dichiarato di non riconoscere gli oggetti incriminati e di non essersi accorti di nulla, ma gli inquirenti nutrono forti dubbi sul loro racconto.
La Procura minorile ha chiuso il proprio fascicolo, dichiarando la non imputabilità del minore. Resta però in corso l’inchiesta della Procura ordinaria per omessa vigilanza e concorso in omicidio colposo nei confronti dei genitori. I legali della famiglia della vittima, dopo aver esaminato gli atti, hanno evidenziato che l’intera vicenda avrebbe potuto avere un epilogo molto diverso se vi fossero stati controlli adeguati o se gli episodi precedenti fossero stati presi sul serio dalle autorità.
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