Appalti truccati per gli scuolabus: un milione di euro finisce sotto inchiesta

Favori a un’unica società veneta, sei funzionari pubblici denunciati

Alessia Scarpa

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04.06.2025 - 12:16

Appalti truccati per gli scuolabus: un milione di euro finisce sotto inchiesta

Foto di repertorio

Un sistema ben oliato, fatto di gare d’appalto confezionate su misura e accordi sottobanco, ha permesso a un’unica società, con sede in provincia di Venezia, di aggiudicarsi appalti pubblici per oltre 1,1 milioni di euro relativi alla fornitura di scuolabus. È quanto emerso da una complessa indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Gorizia, sotto la direzione della Procura della Repubblica locale. Le irregolarità sono emerse in ben sette procedure di gara, tutte promosse da diversi enti della provincia, e tutte finite nelle mani della stessa azienda. Il trucco del “bando fotografia”: gare su misura Secondo quanto accertato dagli investigatori, le procedure di gara erano sistematicamente “indirizzate” prima ancora di essere pubblicate, tramite bandi costruiti ad hoc, che richiedevano scuolabus con specifiche tecniche identiche a quelle dei veicoli proposti preventivamente dalla società veneta. In questo modo, la concorrenza veniva esclusa a monte: nessun altro fornitore poteva proporre mezzi che rispondessero a requisiti così stringenti e personalizzati. Il risultato era una finta competizione, dove l’unico partecipante effettivo era già noto, e i ribassi applicati dall’azienda vincitrice erano irrisori, anche inferiori all’1% rispetto alla base d’asta. Sequestri e denunce: coinvolti funzionari e un dipendente privato Nel corso delle indagini, la Guardia di Finanza ha sequestrato documentazione cartacea, fascicoli di gara e computer dei funzionari coinvolti. L’analisi di un ampio volume di email compromettenti ha permesso di ricostruire nel dettaglio il sistema illecito. Gli inquirenti hanno denunciato sei funzionari pubblici — appartenenti a diversi enti locali della provincia — e un dipendente commerciale della società fornitrice. Secondo l’accusa, gli accordi illeciti tra pubblici ufficiali e privati erano sistematici e finalizzati a pilotare gli appalti, compromettendo la libera concorrenza e violando i principi di trasparenza amministrativa.

Un sistema ben oliato, fatto di gare d’appalto confezionate su misura e accordi sottobanco, ha permesso a un’unica società, con sede in provincia di Venezia, di aggiudicarsi appalti pubblici per oltre 1,1 milioni di euro relativi alla fornitura di scuolabus.

È quanto emerso da una complessa indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Gorizia, sotto la direzione della Procura della Repubblica locale. Le irregolarità sono emerse in ben sette procedure di gara, tutte promosse da diversi enti della provincia, e tutte finite nelle mani della stessa azienda.

Il trucco del “bando fotografia”: gare su misura

Secondo quanto accertato dagli investigatori, le procedure di gara erano sistematicamente “indirizzate” prima ancora di essere pubblicate, tramite bandi costruiti ad hoc, che richiedevano scuolabus con specifiche tecniche identiche a quelle dei veicoli proposti preventivamente dalla società veneta.

In questo modo, la concorrenza veniva esclusa a monte: nessun altro fornitore poteva proporre mezzi che rispondessero a requisiti così stringenti e personalizzati. Il risultato era una finta competizione, dove l’unico partecipante effettivo era già noto, e i ribassi applicati dall’azienda vincitrice erano irrisori, anche inferiori all’1% rispetto alla base d’asta.

Sequestri e denunce: coinvolti funzionari e un dipendente privato

Nel corso delle indagini, la Guardia di Finanza ha sequestrato documentazione cartacea, fascicoli di gara e computer dei funzionari coinvolti. L’analisi di un ampio volume di email compromettenti ha permesso di ricostruire nel dettaglio il sistema illecito.

Gli inquirenti hanno denunciato sei funzionari pubblici — appartenenti a diversi enti locali della provincia — e un dipendente commerciale della società fornitrice. Secondo l’accusa, gli accordi illeciti tra pubblici ufficiali e privati erano sistematici e finalizzati a pilotare gli appalti, compromettendo la libera concorrenza e violando i principi di trasparenza amministrativa.