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Flash mob delle Ombrelle Rosse a Venezia, la polizia avvia accertamenti sull'iniziativa delle sex workers

Nessuna denuncia, ma le forze dell’ordine stanno procedendo all’identificazione dei partecipanti

Flash mob delle Ombrelle Rosse a Venezia, la polizia avvia accertamenti sull'iniziativa delle sex workers

Foto di repertorio

È sotto la lente della polizia il flash mob andato in scena lunedì scorso a Venezia, in occasione della Giornata internazionale delle lavoratrici del sesso. L’evento, svoltosi pacificamente sulle scale della chiesa di San Simeon Piccolo, di fronte alla stazione di Santa Lucia, ha visto la partecipazione di circa cinquanta donne vestite di rosso e munite di ombrellini dello stesso colore, simbolo della lotta per i diritti delle sex workers.

Secondo quanto trapela dagli ambienti investigativi, sono in corso accertamenti per verificare se durante la manifestazione siano state commesse eventuali irregolarità. Al momento, tuttavia, non risulterebbero né denunce né fascicoli aperti, né tantomeno vi sarebbe stato alcun intervento o commento ufficiale da parte del Patriarcato di Venezia.

Le partecipanti, espressione di varie realtà del movimento femminista e di gruppi a tutela dei diritti delle sex workers, si sono riunite nel luogo scelto in modo simbolico, sulle gradinate della chiesa affacciata sul Canal Grande, per dare vita a una protesta visiva e sonora, colorata e silenziosa, ma dal forte impatto simbolico.

Dopo il flash mob iniziale, il corteo si è spostato verso la chiesa dei Tolentini, dove all’interno, di fronte a un dipinto di Santa Rita da Cascia, un quartetto musicale ha intonato canti delle Mondine, storici brani della tradizione popolare legati al lavoro femminile, con testi modificati per richiamare la drammatica realtà di chi vive la prostituzione come unica via di sussistenza.

Un'iniziativa carica di significati, che ha scelto la città lagunare per accendere i riflettori su un tema spesso rimosso dal dibattito pubblico. La scelta di una chiesa come luogo di espressione ha inevitabilmente sollevato interrogativi sul confine tra libertà di manifestazione e rispetto per i luoghi sacri.

Le forze dell’ordine, ora, stanno cercando di risalire all’identità delle partecipanti.

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