Ex prefetto Francesco Messina davanti al Gup: 53 episodi contestati, l’accusa è peculato

L’ex rappresentante del governo a Padova ha testimoniato per tre ore nella prima udienza preliminare

Stefano Gabbiano

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20.06.2025 - 09:30

Francesco Messina

Si è aperta ufficialmente la fase giudiziaria per Francesco Messina, ex prefetto di Padova, accusato di peculato continuato. Il 23 ottobre sarà il giorno decisivo: la giudice per l’udienza preliminare Laura Alcamo dovrà stabilire se rinviarlo a giudizio. Secondo la Procura euganea, sono 53 gli episodi contestati a Messina, avvenuti tra luglio 2023 e settembre 2024, tutti legati – si legge negli atti – a un presunto “utilizzo improprio e per scopi personali della vettura di servizio, con annesso personale di guida, anche richiamato nei giorni di riposo”. Le accuse parlano di un danno erariale di circa 6.600 euro, già segnalato alla Corte dei Conti del Veneto. Viaggi privati, sarto di fiducia e GP di Monza I casi citati dalla Procura delineano un presunto abuso sistematico dei mezzi e risorse dello Stato. Tra gli episodi più discussi: durante le ferie di agosto 2023, Messina avrebbe fatto arrivare da Padova a Milano due autisti per trasportare la sua vettura privata in un’officina padovana. A intervento terminato, gli stessi autisti avrebbero riconsegnato l’auto a Milano. In un'altra occasione, avrebbe chiesto a un autista – rientrato appositamente dal giorno di riposo – di accompagnarlo a Monza per assistere al Gran Premio di Formula 1, includendo nelle spese anche il pranzo. A dicembre 2023, durante un soggiorno a Roma per un incontro ufficiale con il Papa, avrebbe chiesto un ulteriore passaggio nel Casertano per incontrare il proprio sarto di fiducia, prima di rientrare a Padova. La difesa: “Il prefetto è sempre in servizio” Durante l’udienza di giovedì 19 giugno, Messina ha deciso di testimoniare spontaneamente a porte chiuse per circa tre ore, cercando di chiarire ogni singolo episodio. In aula anche il pubblico ministero Benedetto Roberti. La difesa ha depositato un documento del Ministero dell’Interno che definisce il prefetto “operativamente attivo 24 ore su 24” in quanto massima autorità provinciale di pubblica sicurezza e quindi legittimato a disporre di auto e personale di servizio in ogni momento.

Si è aperta ufficialmente la fase giudiziaria per Francesco Messina, ex prefetto di Padova, accusato di peculato continuato. Il 23 ottobre sarà il giorno decisivo: la giudice per l’udienza preliminare Laura Alcamo dovrà stabilire se rinviarlo a giudizio.

Secondo la Procura euganea, sono 53 gli episodi contestati a Messina, avvenuti tra luglio 2023 e settembre 2024, tutti legati – si legge negli atti – a un presunto “utilizzo improprio e per scopi personali della vettura di servizio, con annesso personale di guida, anche richiamato nei giorni di riposo”. Le accuse parlano di un danno erariale di circa 6.600 euro, già segnalato alla Corte dei Conti del Veneto.

Viaggi privati, sarto di fiducia e GP di Monza

I casi citati dalla Procura delineano un presunto abuso sistematico dei mezzi e risorse dello Stato. Tra gli episodi più discussi: durante le ferie di agosto 2023, Messina avrebbe fatto arrivare da Padova a Milano due autisti per trasportare la sua vettura privata in un’officina padovana. A intervento terminato, gli stessi autisti avrebbero riconsegnato l’auto a Milano.

In un'altra occasione, avrebbe chiesto a un autista – rientrato appositamente dal giorno di riposo – di accompagnarlo a Monza per assistere al Gran Premio di Formula 1, includendo nelle spese anche il pranzo. A dicembre 2023, durante un soggiorno a Roma per un incontro ufficiale con il Papa, avrebbe chiesto un ulteriore passaggio nel Casertano per incontrare il proprio sarto di fiducia, prima di rientrare a Padova.

La difesa: “Il prefetto è sempre in servizio”

Durante l’udienza di giovedì 19 giugno, Messina ha deciso di testimoniare spontaneamente a porte chiuse per circa tre ore, cercando di chiarire ogni singolo episodio. In aula anche il pubblico ministero Benedetto Roberti. La difesa ha depositato un documento del Ministero dell’Interno che definisce il prefetto “operativamente attivo 24 ore su 24” in quanto massima autorità provinciale di pubblica sicurezza e quindi legittimato a disporre di auto e personale di servizio in ogni momento.