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Sentenza storica nel processo Miteni: pioggia di condanne per il disastro PFAS in Veneto. I commenti delle istituzioni

La Corte d’Assise di Vicenza riconosce la responsabilità dei vertici Miteni per il grave inquinamento da PFAS che ha coinvolto oltre 300 mila persone in un’area di 180 km²

Zaia, Zanella e Lazzaro commentano la storica sentenza del processo Miteni

Zaia, Zanella e Lazzaro commentano la storica sentenza del processo Miteni

La sentenza emessa oggi nel processo Miteni rappresenta una svolta storica nella lotta contro l’inquinamento da PFAS nel Veneto. La Corte d’Assise di Vicenza ha condannato i vertici dello stabilimento chimico per il reato di disastro ambientale doloso e avvelenamento delle acque, con pene che vanno dagli 11 ai 17 anni, riconoscendo una piena responsabilità per il grave danno ambientale e sanitario causato.

Luigi Lazzaro, Presidente di Legambiente Veneto, ha accolto con soddisfazione la sentenza, sottolineando che «quello che abbiamo ottenuto è ciò che ci aspettavamo: una condanna su tutta la linea. È stata finalmente riconosciuta la responsabilità di chi ha gestito il sito Miteni, anche negli anni più recenti, nel perpetuare consapevolmente questo grave inquinamento».

L’inquinamento da PFAS ha colpito un’area vasta oltre 180 chilometri quadrati, coinvolgendo oltre 300 mila persone tra le province di Vicenza, Padova e Rovigo. I danni all’ecosistema e alla salute pubblica sono ormai evidenti e non più ignorabili. «Ora non ci fermiamo», avverte Lazzaro, «la priorità è avviare al più presto la bonifica, fermare la contaminazione e tutelare la salute delle comunità».

Il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha definito la sentenza «un passaggio fondamentale di giustizia per il Veneto», ricordando come la Regione sia stata la prima, già nel 2013, a segnalare alla magistratura la presenza di PFAS nei corsi d’acqua grazie a studi scientifici. La Regione ha poi attivato un Piano di Sorveglianza Sanitaria e stanziato fondi per la messa in sicurezza, arrivando oggi a ottenere un risarcimento superiore a 6,5 milioni di euro.

Zaia ha sottolineato l’impegno costante delle istituzioni: «Abbiamo agito con determinazione, imponendo filtri alle reti idriche e predisponendo il progetto di bonifica. Questa sentenza rafforza il nostro impegno: chi inquina deve pagare».

Anche la capogruppo di AVS alla Camera, Luana Zanella, ha commentato la sentenza come «un importante riconoscimento dei sacrifici delle comunità e delle Mamme No PFAS», rilanciando la necessità di una legge che porti al bando graduale di queste sostanze per tutelare ambiente e salute.

Il processo Miteni non segna dunque la fine, ma l’inizio di una nuova fase nella battaglia per la tutela ambientale e la giustizia nel Veneto. Bonifica, controlli e politiche di prevenzione restano obiettivi imprescindibili per un futuro sostenibile nelle aree colpite.

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