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Cronaca
04.07.2025 - 10:25
Una complessa frode fiscale a carattere internazionale nel commercio di autovetture di lusso è stata smantellata dalla Guardia di Finanza di Varese, su delega della Procura Europea (EPPO) con sede a Milano, al termine di un’articolata indagine battezzata “Vortex Italia”.
Due amministratori di società sono finiti agli arresti domiciliari e beni per oltre 3,5 milioni di euro sono stati sequestrati: si tratta del valore dell’IVA sottratta all’erario attraverso un sistema di false triangolazioni commerciali tra Paesi europei e paradisi fiscali.
L’operazione ha visto il coinvolgimento delle autorità fiscali e investigative di Germania, Repubblica Ceca, Bulgaria, Croazia e San Marino, coordinate dalla sede centrale dell’EPPO a Lussemburgo.
Secondo quanto emerso dalle indagini, migliaia di veicoli venivano acquistati da operatori tedeschi e intestati fittiziamente a società con sede a San Marino e Liechtenstein, per poi essere rivenduti a concessionari italiani. In realtà, i mezzi non lasciavano mai fisicamente il territorio italiano.
La frode si concretizzava all’atto dell’immatricolazione presso le Motorizzazioni Civili di Roma e Catanzaro, grazie alla presentazione di documentazione contraffatta, apparentemente rilasciata da enti pubblici italiani e sammarinesi, che attestava il regolare pagamento dell’IVA. Così facendo, gli indagati riuscivano a “nazionalizzare” i veicoli senza versare un euro di imposta, eludendo anche i controlli dell’Agenzia delle Entrate.
Le verifiche hanno permesso di accertare l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per un totale di circa 10 milioni di euro. Le autovetture coinvolte nella frode, tutte di fascia alta, sarebbero circa 1.000.
Nel corso delle operazioni, sono stati eseguiti decreti di perquisizione e sequestro in tutta Italia, nei confronti di 22 persone fisiche e 21 società operanti nel settore dell’automotive, trasporti e pratiche automobilistiche. Sono stati sequestrati:
50 conti correnti e rapporti finanziari
14 immobili, 2 terreni e 25 auto di lusso
55.000 euro in contanti, nascosti nelle abitazioni degli indagati
L’operazione, come spiegato dal Colonnello Fabrizio Rella, comandante del Gruppo di Varese, è stata condotta in stretta collaborazione con il fisco tedesco (Stoccarda) e le unità investigative europee, e ha coinvolto sia gli aspetti tributari che penali, testimoniando la crescente attenzione delle autorità verso le frodi fiscali transnazionali che minacciano le finanze dell’Unione Europea.
Le misure cautelari sono state disposte dal GIP del Tribunale di Varese, su richiesta del Pubblico Ministero europeo. Come previsto dalla legge, la colpevolezza delle persone coinvolte potrà essere accertata solo con sentenza definitiva, e in tal caso sarà disposta la confisca dei beni illecitamente accumulati.
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