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Cronaca
06.07.2025 - 08:34
Foto di repertorio
Una donna di 47 anni, di nazionalità rumena ma residente in città, ha dato vita a una serie di eventi che hanno richiesto l'intervento deciso dei carabinieri, culminando con l'uso del taser per fermarla.
Tutto è iniziato nel parcheggio di un'officina, subito dopo l'ora di pranzo. La donna, visibilmente alterata dall'alcol e dal caldo, si è presentata pretendendo la restituzione della sua automobile, che a suo dire era stata sequestrata e custodita lì. La situazione è degenerata rapidamente, spingendo i titolari dell'officina a chiamare i carabinieri.
All'arrivo della pattuglia, la donna non si è calmata. Anzi, le sue minacce sono diventate sempre più gravi: "Adesso vi ammazzo, faccio intervenire i miei amici albanesi, vi brucio la casa", avrebbe detto, secondo il capo d'imputazione. La situazione è precipitata quando ha aggredito fisicamente uno dei militari, cercando persino di impossessarsi della pistola d'ordinanza.
La donna ha poi afferrato una spranga e ha colpito l'auto di servizio, infrangendo il parabrezza. A questo punto, i carabinieri hanno deciso di utilizzare il taser, un'arma non letale usata raramente e mai prima d'ora nella provincia per fermare una donna. Il primo colpo non è bastato a fermarla, ma il secondo l'ha finalmente immobilizzata, permettendo ai militari di ammanettarla.
Dopo l'arresto, uno dei carabinieri è stato medicato al pronto soccorso per le contusioni riportate, con una prognosi di sette giorni. Il pubblico ministero Francesco Piccione ha disposto il processo per direttissima, con accuse di resistenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale e danneggiamento. In aula, l'avvocata Maris Tasso ha concordato un patteggiamento di un anno di reclusione, con la giudice Catarossi che ha convalidato l'arresto e l'accordo, concedendo la sospensione della pena. La donna, incensurata e ormai calma, è tornata subito libera.
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