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Hotel del Cadore al centro di un crac da 4,5 milioni: quattro denunce per bancarotta fraudolenta

L’albergo, ex sede di ritiri di una squadra di Serie A, al centro di un’inchiesta della Guardia di Finanza di Belluno

Hotel del Cadore al centro di un crac da 4,5 milioni: quattro denunce per bancarotta fraudolenta

Foto di repertorio

Un buco finanziario da 4,5 milioni di euro, operazioni contabili opache e quattro persone denunciate. È il bilancio dell’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Belluno sul fallimento di una nota struttura alberghiera di Auronzo di Cadore, un tempo sede estiva dei ritiri di una squadra di Serie A.

Le indagini, partite dopo la dichiarazione di fallimento della società da parte del Tribunale nel 2022, hanno ricostruito un intreccio societario complesso tra l’impresa cadorina e il suo socio unico, una società di capitali con sede a Napoli, a sua volta fallita già nel 2012.

Fondi spostati illecitamente e lavori fittizi
Dall’analisi dei flussi finanziari è emersa una serie di operazioni sospette, tra cui l’erogazione di 800 mila euro non giustificati verso la capogruppo partenopea e l’uso di fatture gonfiate per 1,6 milioni di euro, relative a ristrutturazioni eseguite solo in parte.

Secondo quanto ricostruito dai finanzieri, a fronte di lavori dichiarati per 1,9 milioni di euro, solo 300 mila euro sarebbero stati effettivamente spesi per interventi reali, mentre il resto sarebbe stato fatto rientrare attraverso subappalti fittizi e rimborsi illegittimi.

Sprechi, immobili svenduti e documenti nascosti
Tra le spese indebite, risultano oltre 130 mila euro destinati ad acquisti personali, come viaggi, cene e trattamenti estetici, a carico della società. A peggiorare la situazione, la cessione fraudolenta di una parte dell’immobile alberghiero, del valore di oltre mezzo milione di euro, verso un soggetto economico campano, in modo da favorire un creditore a discapito degli altri.

Durante le perquisizioni, la Guardia di Finanza ha recuperato a Roma e Napoli documentazione contabile occultata: due indagati, originari del Lazio e della Campania, sono accusati di aver nascosto volontariamente i registri societari.

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