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Cronaca
26.07.2025 - 10:13
Foto di repertorio
Una tragedia stradale che ha scosso la comunità di Brugine si è conclusa in Tribunale con un patteggiamento che sta già facendo discutere. Il giudice per l’udienza preliminare Maria Luisa Materia ha infatti accolto la richiesta di una donna di 70 anni, di origine marocchina, che ha ottenuto una pena di un anno e otto mesi di reclusione per omicidio stradale e omissione di soccorso.
L’incidente risale al 28 ottobre 2024: Loris Zago, 67 anni, ex agente di commercio in pensione, stava camminando lungo via Porto Superiore, quando è stato investito da un’auto che non si è fermata. L’uomo è stato ritrovato in gravi condizioni in una canaletta a lato della strada. Ricoverato d’urgenza, è deceduto due giorni dopo.
L’identità dell’automobilista è stata accertata grazie a una telecamera di sorveglianza installata lungo il tragitto. Le indagini, condotte dalla Procura e coordinate dal PM Sergio Dini, hanno portato a una doppia imputazione: omicidio stradale e mancato soccorso.
La donna, nel corso degli interrogatori, ha sostenuto di non essersi accorta del pedone, pur ammettendo di aver “urtato qualcosa” nei giorni precedenti, senza però trovare nulla di visibile a bordo strada. Ha attribuito la mancata sosta alla paura e alla confusione del momento.
La decisione di patteggiare è stata presa anche sulla base di un presunto concorso di colpa della vittima. Secondo la ricostruzione, Zago camminava lungo il bordo della carreggiata in direzione di marcia delle auto, in un tratto privo di illuminazione e senza indossare elementi catarifrangenti. La normativa prevede che fuori dai centri abitati i pedoni debbano muoversi in senso contrario al traffico, proprio per aumentarne la visibilità.
Un elemento, questo, che ha contribuito a ridimensionare la responsabilità dell’automobilista e ha influito sulla concessione delle attenuanti generiche.
La pena inflitta – sospesa e senza detenzione effettiva, come previsto dalla legge per i patteggiamenti sotto i due anni – ha suscitato perplessità nell’opinione pubblica e nel mondo giuridico, sollevando interrogativi sull’efficacia della giustizia nel sanzionare comportamenti gravi come l’omissione di soccorso.
Il caso riapre il dibattito sulla necessità di pene più incisive per chi fugge dopo un incidente, soprattutto in presenza di conseguenze fatali. L’amministrazione comunale di Brugine ha annunciato una campagna per la sicurezza stradale, mentre la famiglia Zago, profondamente colpita, non ha rilasciato dichiarazioni.
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