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Violenza di genere
31.07.2025 - 10:32
Foto di repertorio
Quella che doveva essere una vacanza da sogno si è trasformata in un incubo per una ragazza veneziana di 22 anni, molestata durante una crociera da un uomo di 60 anni, irlandese, che ora dovrà rispondere in tribunale dell'accusa di violenza sessuale. I fatti risalgono al 2019, ma solo ora, a sei anni di distanza, la vicenda approda in aula grazie al sangue freddo e alla determinazione della madre della giovane.
Il sospetto aggressore, attualmente irreperibile, è stato rinviato a giudizio dal pubblico ministero Giovanni Zorzi, mentre l'udienza preliminare è stata fissata dal gip Maria Rosa Barbieri per l’8 giugno 2026. A rappresentare la giovane in aula saranno gli avvocati Augusto Palese e Gian Luca De Biasi.
La ragazza si trovava sulla pista da ballo della nave, in compagnia di coetanei, quando – secondo il suo racconto – l’uomo, visibilmente alterato dall’alcol, si sarebbe avvicinato e l’avrebbe toccata in modo molesto nelle parti intime, alle spalle, davanti a decine di testimoni. La vittima è rimasta profondamente scossa dall'accaduto, al punto da abbandonare la crociera al primo scalo americano e rientrare subito in Italia per ricevere sostegno psicologico.
Decisivo per l’identificazione del molestatore è stato il coraggio della madre, che ha seguito l’uomo nei giorni successivi, riuscendo a fotografarlo mentre infastidiva altre ragazze a bordo. Le immagini sono poi state consegnate al commissario della nave e alla sicurezza, che ha confermato l'identità del passeggero.
Nonostante le rassicurazioni ricevute dal vicecomandante e da altri ufficiali che l’uomo sarebbe stato sorvegliato, la donna ha raccolto prove fotografiche fondamentali, oggi parte integrante sia del procedimento penale, sia della causa civile intentata contro la compagnia Costa Crociere, che dovrà rispondere delle eventuali omissioni nella gestione dell’episodio.
L’uomo, che oggi ha 68 anni, non è mai stato rintracciato e il suo legale d’ufficio, Michele Muriti, ha dichiarato di non aver mai potuto contattare il proprio assistito, né ottenere una versione dei fatti da parte sua.
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