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Cronaca
03.08.2025 - 14:36
Foto di repertorio - da Teatro Olimpico Vicenza
Un pomeriggio di visita culturale si è trasformato in un incubo per una famiglia di turisti austriaci in visita al Teatro Olimpico di Vicenza, il più antico teatro coperto al mondo. Sabato scorso, poco dopo le 17, un uomo di 55 anni e suo figlio di 14 sono caduti dalla balaustra della prima fila delle gradinate, precipitando nella cavea che ospita l'orchestra. L'incidente è avvenuto mentre i due cercavano di scattare un selfie con lo sfondo delle sette vie di Tebe, uno degli scenari più iconici del teatro progettato da Andrea Palladio e completato da Vincenzo Scamozzi.
L'allarme è stato immediato e i soccorsi sono arrivati rapidamente. Gli operatori del Suem 118 hanno prestato le prime cure ai due turisti, che sono stati in grado di uscire dal teatro camminando e sono rimasti coscienti durante tutto il tempo. Tuttavia, il padre ha riportato un trauma cranico e dorsale, mentre il figlio ha subito contusioni al gomito e al polso sinistro. Entrambi sono stati trasportati al Pronto soccorso dell'ospedale San Bortolo di Vicenza per ulteriori accertamenti clinici.
La dinamica dell'incidente è ancora oggetto di indagine da parte delle autorità locali. Secondo le prime ricostruzioni, la balaustra su cui i due si erano appoggiati per scattare la foto avrebbe ceduto sotto il loro peso. L'amministrazione comunale ha già avviato le verifiche necessarie per chiarire le cause del cedimento e ha provveduto a transennare l'area interessata per evitare ulteriori incidenti.
Il Teatro Olimpico, patrimonio dell'umanità dell'Unesco e una delle principali attrazioni turistiche di Vicenza, è noto per la sua bellezza e la sua storia. Tuttavia, l'incidente sottolinea l'importanza di rispettare le raccomandazioni del personale di sicurezza, che avverte costantemente i visitatori di non sporgersi dalle balaustre per evitare di perdere l'equilibrio. Questo episodio si aggiunge a una serie di incidenti simili avvenuti in altre località turistiche, come quello di Gaia de Gol a Belluno e di un turista agli Uffizi di Firenze, entrambi legati alla pratica di scattare selfie in situazioni pericolose.
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