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Morti sul lavoro
06.08.2025 - 10:32
Foto di repertorio
I dati aggiornati al 30 giugno 2025 confermano una realtà preoccupante: in Italia, nei primi sei mesi dell’anno, si sono registrati 502 morti sul lavoro, con un aumento del 7% rispetto allo stesso periodo del 2024. Il Veneto è tra le regioni con più vittime: 36 i decessi rilevati, il secondo dato più alto dopo la Lombardia (56). A diffondere il report è l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre.
Le vittime sono 362 in occasione di lavoro e 140 in itinere, cioè durante il tragitto casa-lavoro. È proprio quest’ultima voce a preoccupare di più, con un incremento del 33%. Il Veneto viene classificato in zona arancione, ovvero con un livello di rischio superiore alla media nazionale, che è pari a 15,1 morti ogni milione di occupati.
L’indagine identifica le fasce d’età più vulnerabili. I lavoratori oltre i 65 anni sono i più esposti, seguiti da quelli tra 55 e 64 anni, che rappresentano anche la fascia con il maggior numero assoluto di vittime. A morire sono anche le donne (43 nei primi sei mesi) e gli stranieri (108), per i quali il rischio risulta più che doppio rispetto agli italiani.
Il settore delle costruzioni si conferma il più pericoloso, con 53 decessi. Seguono le attività manifatturiere (50), trasporti e magazzinaggio (47), commercio (38). Il giorno della settimana con più incidenti mortali è il lunedì, che da solo rappresenta oltre un quinto del totale.
Nel complesso, le denunce di infortunio diminuiscono leggermente: da 299.303 a 299.130. Le attività manifatturiere restano in cima alla lista per numero di denunce, seguite da edilizia, sanità, commercio e logistica. In Veneto, la situazione resta critica, soprattutto in provincia di Verona, Treviso e Venezia.
«Siamo di fronte a una strage silenziosa, che si ripete con numeri simili ogni anno. È evidente che la prevenzione ancora non basta», afferma Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio mestrino. E aggiunge: «Anche quest’anno, troppe famiglie piangono un lavoratore che non ha fatto ritorno a casa».
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