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Cronaca
17.08.2025 - 11:57
Una notte di fiamme, poi il silenzio interrotto solo dalle sirene. All’alba di domenica 17 agosto Martellago si è risvegliata contando i danni di una serie di incendi che il sindaco Andrea Saccarola definisce senza esitazioni “un raid vandalico”. Un’autovettura ridotta a un ammasso di lamiera, un’altra danneggiata, altri veicoli presi di mira e persino un tentativo di dare fuoco alla statua della Madonna accanto al municipio: una ferita materiale e simbolica che scuote la comunità.
Secondo quanto ricostruito dal sindaco, l’episodio più grave si è verificato “verso le 2”, quando “un’autovettura è stata incendiata, danneggiando anche quella a fianco”. Altri mezzi sono stati presi di mira “ma per fortuna senza conseguenze”. La scia di follia, come la definisce Saccarola, non si sarebbe fermata lì: ignoti hanno tentato di appiccare il fuoco anche alla statua della Madonna, collocata accanto al municipio.
Saccarola sceglie toni netti: “Grazie alle telecamere presenti in zona, questa triste vicenda si risolverà in tempi brevi”. Nel tracciare il bilancio, parla apertamente di un’azione “vile” e rivolge un appello diretto ai responsabili: “Il consiglio che posso dare a chi ha commesso questo vile gesto? Di presentarsi dai carabinieri, autodenunciarsi e spiegare cosa è successo”.
Il primo cittadino ha mostrato le immagini dei danni e alcuni fotogrammi della videosorveglianza che immortalano il rogo. Un patrimonio di indizi che, nelle sue parole, dovrebbe consentire di risalire rapidamente agli autori. La presenza delle telecamere in area pubblica è, in questa vicenda, il punto di svolta che trasforma l’indignazione in una concreta prospettiva di accertamento dei fatti.
Colpire i mezzi dei cittadini e tentare di bruciare un simbolo religioso accanto al municipio non è solo un danno: è un messaggio che incide sul senso di sicurezza collettivo. La tutela dei luoghi-simbolo, come pure il rispetto dei beni privati, rappresenta il confine minimo di una convivenza civile. Per questo la richiesta di responsabilità lanciata dal sindaco suona come un invito a restituire dignità alla comunità, prima ancora che a rispondere alla giustizia.
“Presentarsi ai carabinieri e spiegare cosa è successo”: la scelta delle parole indica una strada possibile per chi ha agito nella notte. Un’assunzione di responsabilità che, nelle intenzioni del primo cittadino, può contribuire a ricomporre lo strappo e a segnare un passaggio rapido verso la verità, sostenuto da filmati e testimonianze raccolte nelle ore successive.
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