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Cronaca
24.08.2025 - 09:26
Foto di repertorio
Un’operazione di polizia fulminea e chirurgica. A Cortina d’Ampezzo, dove il lusso convive con il silenzio delle Dolomiti, un giovane di 28 anni è finito in manette dopo controlli mirati che hanno portato al sequestro di droga e denaro contante. Una vicenda che accende i riflettori sul tema dello spaccio anche nei territori turistici, imponendo di tenere insieme diritto alla sicurezza, presunzione d’innocenza e responsabilità sociale.
Secondo quanto ricostruito, l’azione della polizia è scattata a Cortina d’Ampezzo (Belluno) e si è articolata in perquisizioni sia sull’automobile sia nell’abitazione del 28enne. Proprio in questi due luoghi gli agenti hanno trovato sostanze stupefacenti e somme di denaro in contanti giudicate “notevoli” per consistenza. Nell’ambito dell’attività sono stati repertati anche tre telefoni cellulari, elemento spesso valorizzato nelle indagini per ricostruire contatti e dinamiche di eventuali attività illecite.
Il bilancio dei sequestri è significativo: - 55 grammi di cocaina - nove dosi già confezionate - 150 grammi di hashish - denaro contante in quantità rilevante - tre telefoni cellulari La presenza di dosi già pronte e di differenti tipologie di stupefacente, unita al possesso di denaro in contanti, sono circostanze che, in vicende analoghe, vengono spesso considerate indicatori compatibili con l’ipotesi di spaccio. Spetterà comunque agli inquirenti verificare provenienza, destinazione e ruolo effettivo del materiale sequestrato.
Il giovane è stato inizialmente condotto in carcere. All’esito dell’udienza di convalida, l’autorità giudiziaria ha disposto per lui l’obbligo di dimora, misura cautelare che limita gli spostamenti e impone il rispetto di prescrizioni specifiche nel comune indicato. Tale provvedimento si colloca nel quadro delle cautele previste dall’ordinamento, in attesa degli sviluppi processuali e senza anticipare giudizi di colpevolezza.
In Italia, il possesso di quantitativi non trascurabili di stupefacenti, specie se accompagnato da dosi confezionate e denaro contante, può indurre a ritenere una finalità di cessione a terzi. Tuttavia ogni valutazione resta affidata al processo, alle analisi di laboratorio e alla verifica del contesto probatorio complessivo. L’obbligo di dimora, meno afflittivo della custodia in carcere, mira a prevenire il rischio di reiterazione o inquinamento probatorio, bilanciando tutela sociale e diritti della persona indagata.
Resta alta l’attenzione sul territorio: la combinazione di flussi turistici e disponibilità economica può rendere anche le località montane sensibili ai fenomeni di spaccio. Sarà importante comprendere se l’episodio sia isolato o si inserisca in un quadro più ampio. Intanto, la rapidità dell’intervento e il sequestro di sostanze e contante confermano la centralità dei controlli mirati e della prevenzione, nel pieno rispetto delle garanzie difensive e della dignità delle persone coinvolte.
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