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Cronaca
08.09.2025 - 08:37
Foto di repertorio
«I femminicidi sono ormai tra i pochi reati in costante crescita. È il segnale più grave e allarmante della nostra incapacità, come società, di affrontare davvero il problema della violenza di genere».
A parlare è l’europarlamentare Alessandra Moretti, che commenta con fermezza e preoccupazione l’ennesimo caso di violenza contro una donna, accoltellata dall’ex marito sul posto di lavoro nel Vicentino. Un'aggressione brutale, che si aggiunge a una lista sempre più lunga di episodi simili in tutta Italia.
«Siamo di fronte – denuncia Moretti – a un fenomeno che non accenna a fermarsi. Non basta inasprire le pene, non basta parlare di emergenza solo dopo l’ennesima tragedia. Occorre un cambio di paradigma: un investimento serio, strutturato e continuo nell’educazione all’affettività e al rispetto, fin dai primi anni di scuola».
Per l’eurodeputata, la violenza maschile sulle donne affonda le radici in una cultura patriarcale che ancora oggi “vede la donna come una proprietà, un oggetto di cui disporre”.
«Dobbiamo liberarci da questa visione – sottolinea – e per farlo dobbiamo formare una generazione nuova, capace di riconoscere e praticare il rispetto reciproco, e di costruire relazioni sane e paritarie. Senza questa rivoluzione culturale, continueremo solo a inseguire le emergenze, senza mai fermarle davvero».
Un appello che si unisce a quello di molte altre voci del mondo politico, istituzionale e civile, in un momento in cui il Paese è scosso da episodi ricorrenti di violenza estrema contro le donne.
Il grido d’allarme lanciato da Moretti è chiaro: la battaglia contro il femminicidio non si vince solo con il codice penale, ma con un impegno educativo che deve essere profondo, sistemico e quotidiano.
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