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Crisi penitenziaria
10.09.2025 - 15:08
Immagine di repertorio
Momenti di forte tensione ieri sera, lunedì 9 settembre, all’interno della casa circondariale di Vicenza. Un detenuto del vecchio padiglione, noto per la sua difficile gestione e già trasferito in passato da altri penitenziari italiani, ha dato fuoco alla propria cella. Le fiamme e il fumo hanno reso l’ambiente subito inagibile, mettendo a rischio la sicurezza del reparto.
Il pronto intervento della polizia penitenziaria ha permesso di domare l’incendio e riportare la situazione sotto controllo. Due agenti, rimasti esposti ai fumi durante le operazioni di soccorso, sono stati accompagnati al pronto soccorso del San Bortolo di Vicenza per accertamenti: la prognosi è rispettivamente di sette e tre giorni, salvo complicazioni.
Dalla segreteria interregionale USPP del Triveneto arriva un ringraziamento agli uomini e alle donne in servizio: «Solo grazie alla professionalità e alla prontezza del personale è stato possibile evitare conseguenze ben più gravi». L’organizzazione sindacale ha però ricordato ancora una volta la cronica carenza di organico che pesa sugli agenti e che si aggrava ogni volta che qualcuno resta fermo a causa di incidenti o aggressioni.
L’episodio riporta sotto i riflettori la situazione critica del carcere vicentino, dove la gestione dei reclusi più problematici continua a rappresentare una sfida quotidiana.
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