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Risparmio tradito
11.09.2025 - 15:44
Foto di repertorio
Nuova vittoria in tribunale per i cittadini finiti nella vicenda dei cosiddetti “diamanti da investimento”. Con una sentenza resa pubblica il 7 febbraio 2025, il Tribunale di Verona ha condannato una banca a risarcire un cliente che, nel 2006, aveva speso circa 25 mila euro per acquistare pietre preziose presentate come un affare sicuro e redditizio.
Il risparmiatore, seguito dall’avvocato Federica Carpi, si era affidato ai consulenti della filiale che lo avevano convinto a non vendere per anni, promettendo rendimenti elevati e stabili. Solo più tardi emerse la realtà: il valore effettivo dei diamanti era molto inferiore rispetto a quanto pagato.
Durante il processo, l’istituto di credito ha tentato di sfilarsi sostenendo di non avere competenze specifiche per valutare l’affidabilità dell’investimento. Una tesi respinta dal giudice, che ha invece riconosciuto il ruolo attivo della banca e l’ha condannata a restituire la differenza tra prezzo di acquisto e valore reale delle pietre.
Particolarmente significativa la decisione sul nodo della prescrizione: la banca sosteneva che fosse passato troppo tempo dall’investimento per chiedere un risarcimento, ma il Tribunale ha stabilito che il danno fosse chiaramente percepibile solo dal 20 settembre 2017, data del provvedimento dell’Autorità Antitrust che aveva denunciato la scorrettezza delle pratiche legate alla vendita dei diamanti.
«È una sentenza importante – commenta l’avvocato Caucchioli, consulente di Adiconsum Verona – perché conferma che i cittadini possono ancora far valere i propri diritti, anche molti anni dopo l’investimento, quando la reale entità del danno diventa evidente».
Il verdetto veronese si inserisce in un più ampio contesto di azioni legali avviate in tutta Italia, ma ha un peso particolare in Veneto, dove non pochi risparmiatori si erano affidati a questo tipo di operazioni, oggi considerate una delle vicende più gravi di risparmio tradito degli ultimi anni.
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