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Violenza in carcere

Quattro agenti penitenziari a processo per le violenze subite da un giovane detenuto a Venezia

Dopo un pestaggio nel carcere veneziano che ha portato a gravi lesioni e al successivo suicidio del ragazzo, Antigone chiede al ministero della Giustizia di costituirsi parte civile

Il carcere di Venezia

Il carcere di Venezia

Quattro agenti della polizia penitenziaria sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di aver picchiato un giovane detenuto di 23 anni, con problemi psichici, nel carcere veneziano. Secondo l’accusa, il pestaggio sarebbe avvenuto a febbraio 2024 e avrebbe provocato al ragazzo lividi, ecchimosi e la rottura della milza.

Il giorno successivo, il giovane è stato trasferito nel carcere di Verona, dove è stato immediatamente ricoverato in pronto soccorso e sottoposto a un intervento chirurgico d’urgenza. Purtroppo, nel novembre dello stesso anno, il 23enne si è tolto la vita all’interno della struttura.

“Il 24 novembre inizierà il processo, e Antigone sarà parte civile, come già avvenuto nella fase preliminare. Chiediamo che anche il ministero della Giustizia si costituisca parte civile. È fondamentale lanciare un messaggio chiaro: nelle carceri non c’è spazio per la violenza”, ha dichiarato Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione.

Durante le udienze recenti, si è discusso il rito abbreviato per il medico del carcere, che è stato assolto dall’accusa di aver falsificato la relazione che accompagnava il trasferimento del giovane. Le motivazioni della sentenza saranno presentate entro 90 giorni. Antigone valuterà se, in base a queste, invitare la Procura a fare ricorso in appello.

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