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Cronaca
07.10.2025 - 08:08
Foto di repertorio
Si chiude il cerchio sull’agguato armato a un imprenditore nel Bresciano avvenuto il 1° marzo scorso. All’alba di oggi, la Guardia di Finanza di Brescia ha dato esecuzione a una misura cautelare nei confronti di otto persone – quattro finite in carcere e quattro agli arresti domiciliari – ritenute coinvolte, a vario titolo, in tentato omicidio, tentata rapina, porto illegale di armi e traffico di stupefacenti.
L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) e autorizzata dal gip di Brescia, ha coinvolto le province di Brescia, Bergamo e Verona e rappresenta l’esito di un’indagine complessa, avviata dopo il brutale assalto a colpi di pistola subìto da un imprenditore del settore dei metalli ferrosi a Montichiari.
L’uomo, colpito a braccia, gambe e addome mentre stava chiudendo il cancello della sua azienda, fu trasportato d’urgenza in ospedale in gravi condizioni. Dopo un lungo ricovero, è sopravvissuto.
Da quel momento sono partite le indagini, che hanno permesso di individuare il presunto esecutore materiale dell’attentato: si tratta di un cittadino albanese con precedenti penali. Ma l’inchiesta ha portato alla luce anche ramificazioni più profonde e sorprendenti.
Secondo gli investigatori, tra le persone coinvolte ci sarebbe anche un vigile urbano in servizio a Desenzano del Garda, accusato di essere coinvolto in un’associazione criminale dedita allo spaccio di cocaina, insieme a un imprenditore bergamasco e ad alcuni soggetti di origine marocchina.
Il presunto legame tra il poliziotto e l’autore dell’agguato rappresenta uno degli elementi più delicati dell’inchiesta.
Oltre agli arresti, le Fiamme Gialle stanno eseguendo 23 perquisizioni a carico di altrettanti soggetti coinvolti, con l’obiettivo di mappare l’intera rete criminale.
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