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Kalashnikov in casa a Cavarzere: 60enne chioggiotto arrestato dopo lite, indagini in corso

Lite a Cavarzere, i carabinieri di Chioggia trovano kalashnikov e munizioni: arrestato 60enne

Kalashnikov in casa a Cavarzere: 60enne chioggiotto arrestato dopo lite, indagini in corso

Foto di repertorio - Wikipedia

Una chiamata per una lite accesa, una porta che si apre e il quadro cambia all’improvviso: dietro alle mura di un’abitazione di Cavarzere, i carabinieri di Chioggia si imbattono in un kalashnikov con matricola abrasa e centinaia di munizioni pronte all’uso. Un arsenale inatteso che trasforma un intervento per minacce in un caso giudiziario dai contorni inquietanti.
Venerdì 10 ottobre 2025, i carabinieri di Chioggia sono intervenuti in un’abitazione a Cavarzere dopo l’allarme lanciato da un uomo che ha riferito di aver ricevuto minacce di morte. Una volta entrati, i militari hanno trovato, nella casa dove si trovava un sessantenne chioggiotto ritenuto autore delle minacce, un fucile d’assalto tipo kalashnikov con matricola abrasa, insieme a centinaia di munizioni pronte all’impiego.

Il rinvenimento dell’arma, classificabile come arma da guerra, e della significativa quantità di proiettili ha fatto scattare il sequestro immediato. La matricola abrasa è un elemento tipico dei circuiti illeciti e segnala la volontà di renderne impossibile la tracciabilità. Rilievi e inventariazione del materiale sequestrato saranno decisivi per ricostruirne provenienza e percorso.

Su disposizione del pm Giorgio Gava è stato eseguito l’arresto del sessantenne con l’ipotesi di reato di possesso clandestino di arma da guerra. Dalle verifiche iniziali non risultano a suo carico procedimenti pendenti: un profilo che lo rendeva, agli occhi di chi lo conosceva, apparentemente insospettabile. Questo aspetto, sottolineato dagli investigatori, non attenua la gravità del quadro ma impone prudenza nell’attribuire moventi o collegamenti finché gli accertamenti non saranno completi.


Le indagini sono alle battute iniziali. Lunedì 13 ottobre è fissato l’interrogatorio di garanzia, momento in cui l’indagato potrà fornire la propria versione e chiarire, se possibile, il possesso dell’arma e delle munizioni. Da questo passaggio potrebbero emergere ulteriori elementi utili a definire la filiera dell’arma, l’eventuale rete di approvvigionamento e il contesto delle minacce denunciate.


Il lavoro dei carabinieri di Chioggia ha evitato che un’arma da guerra rimanesse nella disponibilità privata, riducendo un rischio per la collettività. La prudenza rimane d’obbligo: ogni valutazione sul profilo e sulle intenzioni dell’indagato deve restare ancorata agli atti. Ma la presenza di un kalashnikov con matricola abrasa e di centinaia di munizioni in un contesto domestico è, di per sé, un campanello d’allarme che chiama in causa prevenzione, controllo del territorio e sensibilità nel segnalare situazioni di pericolo.

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