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Cronaca
18.10.2025 - 11:57
Foto di repertorio
Dopo il recupero della Renault Captur nel Sile, davanti all’osteria “Da Nea” a Silea, la Procura di Treviso ha aperto un fascicolo d’inchiesta. Al momento non ci sono indagati né ipotesi di reato, ma gli inquirenti vogliono fare chiarezza su un caso che appare come una tragedia familiare legata alla disperazione.
I corpi dei fratelli Rosita e Mauro Dal Corso e della loro madre, Maria Bovo, sono stati trovati a distanza di giorni. Rosita, 55 anni, e Mauro, 52 anni, sono stati rinvenuti nell’auto, mentre Maria Bovo, 77 anni, è stata recuperata tra Roncade e Meolo. La sua scomparsa era stata denunciata il 9 ottobre; il corpo è stato trovato il 10 ottobre. L’assenza dei figli è emersa subito dopo, con il ritrovamento avvenuto il 16 ottobre.
La dinamica dell’incidente rimane misteriosa. Un’analisi autoptica preliminare ha rivelato che nei polmoni di Maria non è stata trovata acqua, escludendo l’annegamento come causa della morte. Si sospetta che la madre sia stata sbalzata fuori dall’auto e trascinata dalla corrente. Quando l’auto è stata recuperata le portiere erano chiuse, ma il bagagliaio risultava aperto: gli inquirenti ipotizzano che la madre possa essere stata chiusa lì.
L’auto, che potrebbe essere finita nel fiume durante la notte, è ora sotto il controllo dei Carabinieri, che stanno esaminando le telecamere di videosorveglianza per ricostruire gli ultimi momenti prima dell’incidente.
Sui corpi di Rosita e Mauro si eseguirà l’autopsia per chiarire la causa della morte; la pista più plausibile sembra quella di un gesto disperato. Rosita soffriva di un forte disagio psicologico, mentre Mauro era seguito da un centro di salute mentale. Gli investigatori valutano se si sia trattato di una decisione comune della famiglia e, in tal caso, quali ragioni abbiano portato al gesto estremo.
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