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Cronaca
19.10.2025 - 18:42
Foto di repertorio
Il rientro a casa avrebbe dovuto essere routine. Invece, per un ragazzino di 12 anni, quel tratto di strada vicino al cimitero di Adria, al calare della sera, è diventato un imbuto di paura: due adolescenti lo hanno fermato, uno lo ha bloccato, l’altro lo ha colpito al volto. Un episodio breve, brutale, che ha acceso l’ennesimo faro su un fenomeno che in città – e non solo – preoccupa da mesi.
È successo nel tardo pomeriggio di venerdì, intorno alle 19, in una zona relativamente isolata nei pressi del cimitero. La vittima, 12 anni, rientrava a casa in bicicletta quando è stata fermata da due ragazzi, forse poco più grandi. Secondo le prime ricostruzioni, uno dei due lo avrebbe immobilizzato mentre l’altro lo colpiva al volto. I genitori, allertati, lo hanno accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Regina degli Angeli di Adria: dimesso in serata, non riporterebbe gravi lesioni fisiche.
Il dodicenne è descritto in forte stato di stress e paura: teme di uscire da solo, segno che l’aggressione ha inciso soprattutto sul piano psicologico. È un danno non immediatamente visibile, ma che in dinamiche di violenza tra pari pesa quanto – se non più – di quello fisico.
Fonti vicine alla famiglia riferiscono che almeno uno degli aggressori avrebbe già intimidito il ragazzino meno di un mese fa. Non emergono, per ora, moventi specifici: la dinamica suggerisce un atto di sopraffazione deliberata. In alcune testimonianze raccolte in zona si parla di giovani italiani di seconda generazione, con origini nordafricane e albanesi; un dettaglio, questo, che non ha rilievo penale in sé e che non deve alimentare semplificazioni o stigma. Il fenomeno va letto per quello che è: violenza giovanile che interroga educazione, controlli e contesti di aggregazione.
Adria non scopre oggi il problema. Ad agosto si erano registrati altri episodi di violenza tra minori, in un clima di crescente disagio e scarsa vigilanza in alcuni luoghi frequentati da adolescenti. E la tensione non riguarda solo i giovanissimi: circa venti giorni fa, in via Peschiera, un quarantenne è stato minacciato da una persona più anziana con un’arma da taglio. Il filo rosso è un senso diffuso di insicurezza.
Al momento non risulterebbe formalizzata alcuna denuncia. I presunti aggressori sarebbero stati tuttavia identificati e potrebbero essere convocati a breve per chiarimenti. La cornice è quella dei reati contro la persona: eventuali contestazioni e misure dipenderanno dalla ricostruzione dei fatti, dalle testimonianze e dall’età degli indagati. In presenza di minori, la procedura tutela sia la vittima sia i diritti dei ragazzi coinvolti, aprendo – quando possibile – a percorsi riparativi ed educativi.
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