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Cronaca aggiornamento
28.10.2025 - 14:12
giornata internazionale contro la violenza sulle donne
Un nuovo femminicidio scuote il Veronese: a Castelnuovo del Garda, in provincia di Verona, una donna è stata uccisa dal compagno con colpi di coltello nella propria abitazione. La vittima, di origini brasiliane, è stata trovata senza vita dai Carabinieri, che sono immediatamente intervenuti e hanno arrestato l'uomo, reo confesso.
Le autorità sono al lavoro per ricostruire la dinamica dell'accaduto, mentre il mondo politico e istituzionale veneto esprime indignazione e dolore. Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto, ha commentato con fermezza: “Un'altra donna uccisa, un’altra vita spezzata. È un dolore insopportabile e una vergogna collettiva. La violenza contro le donne è una delle emergenze sociali più gravi del nostro tempo, e ogni femminicidio dovrebbe farci riflettere come comunità”. Manildo ha poi ricordato che l'incidente avviene a meno di un mese dalla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, prevista per il 25 novembre.
Secondo quanto riportato dalla Uil Veneto, si tratta del 65esimo femminicidio dall’inizio dell’anno, un dato che fa riflettere sulla gravità della situazione, sebbene i numeri siano in calo rispetto al passato. Il segretario generale di Uil Veneto, Roberto Toigo, ha aggiunto: “Non possiamo tollerare che la violenza venga accettata come una normalità. Serve educazione al rispetto fin dalle scuole e nelle famiglie”.
Le circostanze del crimine si fanno ancora più drammatiche quando si scopre che l'uomo accusato dell'omicidio, Reis Pedroso, era sottoposto a misure restrittive, inclusi un divieto di avvicinamento e l'applicazione di un braccialetto elettronico. Pedroso aveva infatti precedentemente aggredito la compagna, che aveva denunciato maltrattamenti. Il braccialetto elettronico, che gli impediva di avvicinarsi alla donna o ai luoghi a lei familiari, risultava però disattivato al momento dell’arresto, e le forze dell'ordine stanno ora cercando di rintracciare il dispositivo e capire quando e come l’uomo sia riuscito a disattivarlo.
Secondo quanto dichiarato dalla Procura di Verona, il braccialetto elettronico era stato installato solo due mesi dopo il divieto di avvicinamento, il 19 maggio, a causa di un ritardo nell’implementazione del sistema. Al momento del fermo, infatti, il braccialetto non era più con l’imputato, ma era stato trovato nascosto nel garage della madre dell'uomo, a Ponti sul Mincio.
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