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Cronaca
31.10.2025 - 16:36
 
												Foto di repertorio
Dopo vent’anni di vicende giudiziarie, la Corte dei Conti di Venezia ha emesso la sentenza sul project financing delle piscine comunali di viale Porta Po a Rovigo, approvato nei primi anni Duemila. La decisione riguarda due ex dirigenti comunali: Nicoletta Cittadin, responsabile del servizio finanziario, dovrà risarcire il Comune per 162mila euro, mentre l’ex dirigente ai lavori pubblici Alberto Moscardi per 64mila euro.
Tutti gli altri protagonisti della vicenda, tra cui ex sindaci, assessori e consiglieri comunali, sono stati assolti. Tra le 18 assoluzioni figura anche quella di Lucio Giomo, consigliere comunale di centrodestra nel 2005, recentemente scomparso il 16 ottobre.
La vicenda ha avuto inizio nel 2003, quando un raggruppamento di imprese (Reale, Cles e Guerrato) propose un progetto da 10 milioni di euro per la realizzazione del nuovo polo natatorio. Il Comune avrebbe corrisposto alle imprese un canone annuo di 245mila euro per 25 anni e ceduto in natura l’area dell’ex piscina Baldetti, valutata 3,7 milioni di euro, dove oggi sorge un supermercato.
Il progetto fu approvato dal consiglio comunale nel 2005, mentre nel 2006 Moscardi firmò il contratto con le imprese e nel 2007 la giunta individuò Unipol come banca finanziatrice. Nel contratto erano previste clausole di surroga, con cui l’ente pubblico avrebbe coperto eventuali debiti dei privati verso la banca, e penali legate al ritardo nella cessione dell’ex area piscina.
L’indagine della Procura della Corte dei Conti si è concentrata su questi due aspetti. I giudici hanno escluso responsabilità dei dirigenti per la surroga, limitando la condanna al solo ritardo nella cessione dell’area, ridimensionando così le iniziali stime del danno erariale, che a gennaio 2024 era stato quantificato in 5,62 milioni e successivamente ricalcolato a 4,575 milioni di euro.
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