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Cronaca
04.11.2025 - 14:00
Himalaya
Una tragedia ha segnato la giornata di ieri: i corpi di Stefano Farronato, 51 anni di San Zeno di Cassola, e Alessandro Caputo, 28 anni, originario di Milano, sono stati ritrovati sull’Himalaya. Entrambi alpinisti esperti, erano impegnati in una scalata impegnativa quando qualcosa è andato storto.
Farronato era alla sua diciannovesima vetta, mentre Caputo, giovane ma già maestro di sci alpinismo, conosceva bene i pericoli della montagna. Secondo Francesco Abruscato, presidente del CAI Veneto, “la montagna, anche per chi la conosce a fondo, resta un ambiente imprevedibile. Condizioni meteorologiche improvvise o particolari tipologie di neve possono trasformare qualsiasi salita in un rischio reale”.
Abruscato sottolinea che, anche quando si è preparati fisicamente e tecnicamente, la montagna conserva sempre un margine di imponderabile. “L’esperienza aiuta a ridurre i rischi, ma non li annulla mai del tutto”, ha spiegato.
Il presidente del CAI ha inoltre lanciato un appello alla prudenza: “In questi giorni le temperature sono particolarmente instabili. È fondamentale informarsi sulle condizioni del terreno e della neve prima di ogni escursione, e dotarsi di tutta l’attrezzatura necessaria: ARTVA, pala e sonda, strumenti indispensabili in caso di valanga”.
Abruscato ha anche ricordato l’importanza della formazione: “Non basta avere l’equipaggiamento, bisogna saperlo usare correttamente. Partecipare ai corsi organizzati dalle sezioni locali del CAI è fondamentale per muoversi in sicurezza in montagna”.
Il CAI rimane a disposizione di tutti gli appassionati di montagna. Anche chi non è iscritto può contattare le sezioni locali per consigli sul percorso e informazioni sulle condizioni ambientali. Secondo Abruscato, il Veneto dispone di una rete capillare di sezioni CAI ben organizzata, capace di fornire supporto e indicazioni preziose agli alpinisti di ogni livello.
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