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“Lo Stato di diritto non si applica a corrente alternata” – Il Siulp Verona difende il lavoro delle forze dell’ordine

Il sindacato di polizia replica alle critiche di esponenti politici e commentatori sui social: “Basta pregiudizi ideologici, chi indossa una divisa merita rispetto, non giudizi sommari”

“Lo Stato di diritto non si applica a corrente alternata” – Il Siulp Verona difende il lavoro delle forze dell’ordine

Foto di repertorio

“Lo Stato di diritto non si applica a corrente alternata, e le donne e gli uomini in divisa non possono continuare a diventare il bersaglio del delinquente di turno o del dramma sociale di giornata”. Con queste parole, il Siulp di VeronaSindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia – interviene con decisione nel dibattito pubblico seguito alle polemiche di questi giorni su un recente caso giudiziario che ha coinvolto agenti delle forze dell’ordine.

Nel comunicato diffuso oggi, il sindacato denuncia l’atteggiamento di quanti, “animati da pregiudizi ideologici”, si improvvisano esperti di sicurezza “dai social network”, giudicando l’operato della polizia senza conoscere i fatti. “Non si può pretendere che i poliziotti, di fronte a persone armate di coltello, risolvano situazioni di emergenza con ‘affettuose raccomandazioni’. Basta uno sguardo alla cronaca per comprendere quante vite siano state spezzate da armi da taglio in Italia e in Europa”.

Il Siulp richiama quindi un principio fondamentale: garantire la sicurezza non significa subire passivamente la violenza, ma agire “entro i limiti delle leggi”, come previsto dallo Stato di diritto. “La coazione fisica difensiva, esercitata nei limiti normativi, è un presidio di civiltà giuridica nelle democrazie più evolute”, ricorda il sindacato.

Non manca una risposta diretta alle recenti dichiarazioni della consigliera Cugini, che aveva criticato la Procura di Verona per la comunicazione della richiesta di archiviazione del caso: “Nel comunicato della Procura – sottolinea il Siulp – è chiaramente specificato che gli avvisi di legge sono già stati notificati alle persone offese. La consigliera Cugini deve dunque una spiegazione per la sua approssimativa esternazione”.

Parole dure anche nei confronti della senatrice Cucchi, che aveva espresso “sconcerto” per l’esito dell’indagine. “O dispone di documenti non ancora divulgabili, e sarebbe grave – replica il Siulp – o si è lasciata andare a uno sfogo impertinente e poco ragionato”.

Il comunicato si chiude con un appello a riportare il dibattito nei confini della responsabilità istituzionale e del rispetto: “La si finisca di dare fiato a interpretazioni opportunistiche, alimentando polemiche sterili. Le forze dell’ordine non chiedono privilegi, ma rispetto per il loro ruolo e per il principio di legalità, al di là dei colori politici. Una volta per tutte”.

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