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Lotta allo spaccio
25.11.2025 - 08:18
Foto di repertorio
Un'importante operazione di polizia giudiziaria è stata portata a termine il 19 novembre dal Reparto di Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Rovigo, al termine di un'attività investigativa definita «complessa» dagli inquirenti. In flagranza di reato è stata arrestata una operatrice sanitaria di 43 anni, R.M.D., accusata – in via ipotetica e non ancora provata – di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e di aver tentato di fornire a un detenuto un dispositivo capace di comunicare con l’esterno dell’istituto.
Secondo quanto riportato dal Comando, la donna sarebbe stata trovata in possesso di 209,7 grammi lordi di hashish, suddivisi in due panetti e nascosti nella borsa con cui stava entrando in carcere. Altri 11,30 grammi di marijuana sarebbero stati rinvenuti nella sua automobile. I fatti contestati risalirebbero al 18 novembre 2025.
Oltre all’ipotesi di detenzione ai fini di spaccio – aggravata dal contesto carcerario, come previsto dagli articoli 73 e 80 del DPR 309/90 – alla donna viene contestata anche la violazione dell’art. 391 ter del codice penale, relativa al presunto tentativo di procurare a un detenuto un dispositivo idoneo a comunicare con l’esterno.
L’operazione è avvenuta sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Rovigo, che ha già richiesto al giudice per le indagini preliminari la convalida dell’arresto e l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari.
Dal Comando della Polizia Penitenziaria si sottolinea come l’intervento sia stato possibile grazie all’impegno e alla professionalità del personale in servizio, capace di operare in un contesto «particolarmente delicato» e di prevenire condotte che avrebbero potuto compromettere sicurezza e legalità all’interno dell’istituto.
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