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Blitz nella notte: sgominata la banda dei ladri che terrorizzava Padova e provincia

Quattro cittadini albanesi arrestati a Pordenone; recuperata refurtiva per oltre 200mila euro tra gioielli e contanti

Blitz nella notte: sgominata la banda dei ladri che terrorizzava Padova e provincia

Foto di repertorio

Una serie di furti in abitazione che aveva seminato paura nel padovano si è conclusa con un colpo di scena nella notte tra il 19 e il 20 novembre. La Squadra Mobile di Padova, dopo un’indagine partita da un furto ad Albignasego, ha individuato e fatto irruzione nel covo della banda a Pordenone, arrestando quattro uomini di origine albanese e recuperando refurtiva per oltre 200mila euro tra gioielli e contanti.

Negli ultimi mesi, i furti in casa erano diventati il reato più temuto in città e provincia, non solo per i danni materiali, ma anche per l’impatto psicologico sulle vittime. La banda sgominata aveva colpito decine di abitazioni, muovendosi con precisione e cautela, utilizzando veicoli intestati a prestanome e percorsi secondari per eludere controlli e telecamere di sorveglianza.

Gli investigatori, coordinati dal vicequestore Immacolata Benvenuto, hanno seguito le tracce dell’auto utilizzata dai malviventi fino alla loro base logistica: un appartamento trasformato in rifugio nella provincia di Pordenone. Lì, i ladri avevano accumulato gioielli in oro e argento e denaro contante, oltre agli strumenti usati per scassinare porte e finestre, tra cui flessibili di grosse dimensioni, cacciaviti e radioline ricetrasmittenti.

Il blitz è stato organizzato in poche ore per evitare che la banda si spostasse e riprendesse l’attività criminosa. Al momento dell’irruzione, i quattro uomini erano appena rientrati da un’ennesima razzia. Uno di loro aveva persino predisposto un letto sotto la finestra per tentare la fuga, prontamente sventata dagli agenti in borghese.

I quattro arrestati, di età compresa tra i 25 e i 36 anni, vantano precedenti penali per furti e resistenza a pubblico ufficiale, e due erano già destinatari di provvedimenti giudiziari in sospeso. Dopo le operazioni di identificazione, sono stati sottoposti a custodia cautelare in carcere a Pordenone, mentre proseguono le indagini per accertare il loro coinvolgimento in altri furti in Veneto e individuare eventuali ricettatori.

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