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Boraso punta a chiudere i conti con la giustizia: nuovo patteggiamento nell’inchiesta “Palude”

Richiesti altri 10 mesi di pena, che si sommano ai 3 anni e 10 mesi già concordati

Boraso punta a chiudere i conti con la giustizia: nuovo patteggiamento nell’inchiesta “Palude”

Foto di repertorio

In vista di mettere definitivamente un punto alla sua vicenda giudiziaria, l’ex assessore comunale Renato Boraso ha raggiunto un nuovo accordo con la procura di Venezia. L’intesa prevede un’ulteriore pena di dieci mesi, che si aggiunge ai tre anni e dieci mesi già patteggiati nei mesi scorsi, portando il totale a quattro anni e otto mesi di reclusione.

Questo secondo procedimento rientra sempre nel perimetro dell’inchiesta “Palude”, ma riguarda episodi emersi dopo la prima ordinanza cautelare. Tra questi, secondo gli inquirenti, la presunta tangente che Boraso avrebbe incassato nell’operazione di vendita di palazzo Poerio Papadopoli all’imprenditore Ching Chiat Kwong.

Il patteggiamento — proposto dal legale dell’ex assessore, Umberto Pauro, e concordato con i pm Federica Baccaglini e Roberto Terzo — sarà valutato dalla gup Claudia Ardita nell’udienza fissata per il 22 dicembre.

Nella stessa giornata hanno presentato richiesta di patteggiamento anche altri indagati: Carlotta Gislon con la sua società Mafra srl, il dipendente comunale Gianroberto Licori e gli imprenditori Nievo Benetazzo e Jacopo Da Lio. Comune di Venezia e Città Metropolitana si sono costituiti parte civile, mentre la giudice si è riservata di decidere sull’ammissione dell’associazione “Amici del Parco”.

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