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Sicurezza sul lavoro
06.12.2025 - 15:30
Foto di repertorio
Il Veneto continua a fare i conti con un aumento significativo degli incidenti mortali sul lavoro. Da gennaio a ottobre 2025 si registrano 100 vittime, contro le 64 dello stesso periodo del 2024. La regione mantiene il secondo posto in Italia per numero di decessi, superata solo dalla Lombardia. Il 42% delle persone morte è di origine straniera.
Tra le province, Verona è la più colpita, seguita da Venezia e Vicenza. Nel complesso, il Veneto rientra nella zona arancione della mappatura del rischio elaborata dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, in una posizione prossima alla zona rossa.
L’analisi aggiornata a ottobre restituisce un quadro che preoccupa gli esperti. “Il Veneto continua a registrare vittime sul lavoro e i decessi aumentano. Da gennaio a ottobre 2025 sono cresciuti del +56,3% rispetto a ottobre 2024. Ora i morti sul lavoro sono già 100”, afferma l’ingegner Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio. “La regione è ancora seconda in Italia per numero di vittime e, purtroppo, ancora in zona arancione nella nostra mappatura che indica il rischio di morte dei lavoratori, con incidenze di mortalità al di sopra della media nazionale, ai confini con la zona rossa”.
Rossato sottolinea anche l’aumento degli incidenti avvenuti durante l’attività lavorativa: “Le morti in occasione di lavoro sono quelle che più di tutte rappresentano il livello di sicurezza sul lavoro. E per il Veneto questi dati sono drammatici. Lo scorso anno gli infortuni in occasione di lavoro erano 47, quest’anno sono già 70. La situazione, dunque, è sempre più allarmante”.
A fine ottobre, il rischio di infortunio mortale in Veneto è pari a 31,4 casi per milione di occupati, superiore alla media nazionale (27,5). Rovigo presenta l’indice più elevato (70,2), collocandosi in zona rossa insieme a Vicenza (41,0) e Venezia (38,0). Verona rientra in zona arancione (27,6), Padova (26,9) e Belluno (22,3) in zona gialla, mentre Treviso è l’unica provincia in zona bianca (17,4).
Nei primi dieci mesi dell’anno, i 70 decessi in occasione di lavoro sono 23 in più rispetto al 2024, mentre quelli in itinere passano da 17 a 30. Verona, con 22 vittime totali, detiene il numero più alto, seguita da Venezia e Vicenza (19), Padova (18), Treviso (13), Rovigo (7) e Belluno (2). Vicenza guida invece la classifica dei decessi avvenuti durante l’attività lavorativa (16).
Le denunce di infortunio non mortale mostrano un lieve incremento: da 58.490 nel 2024 a 60.052 nel 2025. Verona è ancora una volta la provincia con più casi (12.142), seguita da Padova, Vicenza, Treviso, Venezia, Belluno e Rovigo.
Per quanto riguarda la distribuzione per genere, nei primi dieci mesi del 2025 si registrano 20.521 denunce da parte di lavoratrici e 39.801 da parte di lavoratori. Sono sette le donne decedute: quattro durante l’attività e tre in itinere. I lavoratori stranieri registrano 16.074 denunce di infortunio e rappresentano 42 delle cento vittime totali.
Il settore più colpito resta quello delle attività manifatturiere, con oltre 11 mila denunce in occasione di lavoro. Seguono costruzioni, commercio, trasporti e magazzinaggio, e sanità.
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