Rovigo, Rigoletto di Verdi ha aperto la stagione lirica del Teatro Sociale

Natascia Celeghin

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22.11.2022 - 09:00

Ha preso il via la nuova stagione lirica del Teatro Sociale di Rovigo, che venerdì sera ha alzato il sipario con Rigoletto di Giuseppe Verdi Una rosa alle signore e un foyer tornato ai bei tempi. Tra eleganza e trepidazione, ha preso il via la nuova stagione lirica del Teatro Sociale che, ieri sera ha alzato il sipario con Rigoletto di Giuseppe Verdi. Teatro pieno e scroscio di applausi per quest'opera intramontabile che non finisce mai di emozionare. Un'opera incredibilmente moderna, come ha sottolineato il regista Giuseppe Emiliani che, insieme allo scenografo Federico Cautero e al costumista Stefano Nicolao, ha scelto un rigore formale mirato all'essenzialità, creando un equilibrio tra canto recitazione e costumi. L'opera è ambientata nella corte di Mantova del 500 con abiti che richiamano l'epoca e con immagini che ricordano gli affreschi di Giulio Romano e le nebbie di Mantova, con una struttura dal punto di vista tecnologico all'avanguardia. La scenografia, infatti, prevalentemente virtuale crea una serie di ambienti con un montaggio quasi cinematografico. Immagini movimenti dinamiche che danno enfasi ai personaggi e alla storia, dove spicca un grande oblò che si trasforma nell'occhio di Rigoletto che alla fine capisce, ma ormai la tragedia è consumata.

Ha preso il via la nuova stagione lirica del Teatro Sociale di Rovigo, che venerdì sera ha alzato il sipario con Rigoletto di Giuseppe Verdi

Una rosa alle signore e un foyer tornato ai bei tempi. Tra eleganza e trepidazione, ha preso il via la nuova stagione lirica del Teatro Sociale che, ieri sera ha alzato il sipario con Rigoletto di Giuseppe Verdi. Teatro pieno e scroscio di applausi per quest'opera intramontabile che non finisce mai di emozionare. Un'opera incredibilmente moderna, come ha sottolineato il regista Giuseppe Emiliani che, insieme allo scenografo Federico Cautero e al costumista Stefano Nicolao, ha scelto un rigore formale mirato all'essenzialità, creando un equilibrio tra canto recitazione e costumi. L'opera è ambientata nella corte di Mantova del 500 con abiti che richiamano l'epoca e con immagini che ricordano gli affreschi di Giulio Romano e le nebbie di Mantova, con una struttura dal punto di vista tecnologico all'avanguardia. La scenografia, infatti, prevalentemente virtuale crea una serie di ambienti con un montaggio quasi cinematografico. Immagini movimenti dinamiche che danno enfasi ai personaggi e alla storia, dove spicca un grande oblò che si trasforma nell'occhio di Rigoletto che alla fine capisce, ma ormai la tragedia è consumata.