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Cultura e spettacolo

“Voci Negate”: il grido silenzioso contro la violenza sulle donne al Teatro Ristori di Verona

Domenica 16 novembre, alle 17, uno spettacolo di musica, danza e parole

Verona, "Serate d'Autore" al Teatro Ristori: incontri con grandi nomi della cultura italiana

Teatro Ristori, Verona

Il buio cala, poi un fascio di luce rompe il silenzio. Sul palco, una voce si alza, fragile ma ferma: è l’inizio di “Voci Negate”, lo spettacolo che andrà in scena domenica 16 novembre alle 17 al Teatro Ristori di Verona. Un’opera potente, intensa, che affronta con sensibilità e coraggio il tema della violenza di genere, trasformando il teatro in un luogo di memoria, denuncia e speranza.

Il progetto, ideato e diretto da Paolo Fanini, con testi firmati insieme a Maura Pettorruso, nasce come iniziativa culturale e educativa in vista della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. È una risposta artistica alla cronaca e un invito alla riflessione, soprattutto per i più giovani, chiamati a riconoscere e contrastare ogni forma di abuso.

Un linguaggio che unisce arte e emozione

“Voci Negate” non è una semplice rappresentazione teatrale: è un’esperienza immersiva che intreccia musica dal vivo, danza, parole e immagini. Sul palco, Maria Giulia Scarcella interpreta una donna che, attraversando il dolore di una relazione tossica, ritrova sé stessa e la forza di ricominciare.
Accanto a lei, in video, Stefano Detassis dà volto all’ex compagno, una presenza che aleggia tra ricordo e rimorso. Il dialogo tra scena reale e filmica crea un intenso gioco di specchi, dove la memoria si scontra con la realtà e la liberazione interiore prende forma.

La colonna sonora — curata da Elisa Amistadi, Renza Tavernini, Michele Fanini e Massimo Cristofolini — costruisce un tessuto sonoro che amplifica ogni emozione, trasformando la musica in una voce parallela del racconto.

Il corpo come racconto e rinascita

Un ruolo centrale è affidato anche al movimento. Gli allievi e le allieve del Liceo Coreutico “Agli Angeli” di Verona portano in scena la potenza del corpo come linguaggio: attraverso gesti essenziali, evocano il conflitto, la fragilità, la resistenza e infine la rinascita. Il corpo diventa segno, cicatrice e possibilità di riscatto.

Un messaggio per le nuove generazioni

Lo spettacolo — proposto al prezzo simbolico di 10 euro — è consigliato a un pubblico dai 14 anni in su, con l’obiettivo di coinvolgere studenti e famiglie in un percorso di consapevolezza.

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