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Politiche Sociali
03.08.2025 - 16:22
Adria: Piazzetta Marino Marin
Dopo mesi di richieste ignorate, Mario (nome di fantasia) ha ottenuto la residenza a fine aprile, troppo tardi per curarsi. Morto poche settimane dopo, ha lasciato una moglie e un figlio. La città si è riunita in un incontro pubblico il 31 luglio, occasione in cui sono state chieste le dimissioni dell'assessora ai Servizi Sociali dopo l'esposizione cronologica dei fatti. Il caso rivela le fragilità di un sistema che non è riuscito a garantire i diritti fondamentali a Mario e alla sua famiglia.
Adria – Quando finalmente è arrivata quella residenza tanto attesa, era ormai troppo tardi. Dopo molti mesi di richieste inascoltate, Mario (nome di fantasia) ha ottenuto, a fine aprile 2025, l’iscrizione anagrafica alla “Via della Casa Comunale” e, con essa, il diritto ad avere un medico di base. Ma pochi giorni dopo è arrivata una diagnosi che non lasciava scampo.
Mario ha avuto il tempo per compiere un ultimo gesto: ha sposato la donna che gli era accanto da sempre, la madre di suo figlio. Un atto d’amore e dignità, consumato nel silenzio dell’hospice dell’ospedale di Adria.
A seguito della sua morte, un consiglio comunale a porte chiuse – durato oltre due ore – è stato seguito da un incontro pubblico organizzato (in Piazzetta Marino Marin) da alcuni consiglieri di minoranza. In quell’occasione, cittadini e rappresentanti di associazioni hanno chiesto con fermezza le dimissioni dell’assessora Baratella, sostenendo che “qualcuno deve rispondere di quanto accaduto”.
Al tempo stesso, è stato rivolto un ringraziamento sentito agli operatori sanitari: “La sanità ha fatto tutto il possibile, seguendolo con cura e umanità fino alla fine”.
Durante la serata pubblica del 31 luglio scorso, un avvocato ha evidenziato come la vicenda presenti tutti gli elementi per un possibile approdo in tribunale.
Intanto, a margine dell’incontro, il sindaco ha fatto sapere di aver aiutato la famiglia di Mario a definire un piano di rientro per gli affitti arretrati, grazie anche a un piccolo fondo messo a disposizione dal Comune: “Attendo la signora nei prossimi giorni per confermare l’accordo con Ater”.
Ma nessun sostegno economico potrà colmare il vuoto lasciato da una vita interrotta troppo presto. Mario aveva un lavoro stabile e una famiglia . Gli mancava solo un documento per la residenza , senza il quale non ha potuto accedere in tempo a quelle cure mediche che avrebbero potuto allungargli la vita.
Tra i cittadini presenti e coloro che hanno seguito da casa l’incontro pubblico (in piazzetta Marino Marin), in cui la minoranza ha ripercorso date e passaggi chiave della vicenda, si è rafforzata la consapevolezza che questa storia ha messo in luce tutti i limiti – politici e organizzativi – di una macchina comunale che fatica a parlare una lingua unica.
Guendalina Ferro
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