Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Ennesimo suicidio dietro le sbarre. Il detenuto aveva da poco compiuto 37 anni.

Nuove misure urgenti per affrontare l'emergenza carceraria: Il Governo risponde al dramma dei suicidi e del sovraffollamento nelle carceri italiane

carcere-interno

Nei giorni scorsi l'ennesimo suicidio dietro le sbarre, accaduto nelle carceri di Venezia. Il detenuto aveva da poco compiuto 37 anni.

"Salgono così a 56 i morti suicidi in quello che appare come un bollettino di guerra". Solo un mese fa, Avvenire pubblicava i pronunciamenti di Bruxelles sulla situazione carceraria del bel paese: "Le misure adottate non sono sufficienti e la situazione è allarmante" e il Consiglio d'Europa si è detto "molto preoccupatoper l'alto numero di suicidi nelle carceri italiane. La richiesta rivolta a Roma è che vengano stanziate maggiori risorse e prese "rapidamente ulteriori misure correttive".

Accusa Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, commentando l'ennesimo suicidio nelle carceri del Paese, "è il tragico conteggio di persone nelle mani dello Stato e che lo Stato non riesce a tutelare. A questi bisogna poi aggiungere i 6 appartenenti alla Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita. Una mattanza irrefrenabile".

"Siamo nel pieno di un'emergenza penitenziaria senza precedenti. 14.500 detenuti oltre il massimo ospitabile, 18mila unità mancanti alla polizia penitenziaria, omicidi, suicidi, proteste collettive e disordini frequentissimi, risse, stupri, aggressioni, incendi, devastazioni, evasioni, traffici di sostanze, telefonini e armi, ma cos'altro deve accadere per suscitare un proporzionato intervento del Governo e del Parlamento? Si aspetta una strage ancora più grave? Un'evasione di massa? Cosa? Perché è chiaro che andando avanti così qualcos'altro di irreparabile accadrà ben presto", aggiunge il Segretario della Uilpa Pp.

Mercoledì 3 luglio 2024 il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro della Giustizia Carlo Nordio, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti in materia penitenziaria, di giustizia civile e penale e di personale del Ministero della Giustizia.

Come si legge nel comunicato stampa, pubblicato sul sito del Governo: "Le norme introdotte mirano, tra l'altro, a:

- rafforzare la sicurezza, l'operatività e l'efficienza degli istituti penitenziari mediante l'assunzione di mille unità personale del Corpo della polizia penitenziaria e lo scorrimento delle graduatorie per l'assunzione di vice-ispettori e vice-commissari della polizia penitenziaria;

- garantire il miglior funzionamento degli istituti di pena, mediante l'incremento del personale che opera in ambito penitenziario e minorile;

- assicurare un più efficace reinserimento dei detenuti nella società, anche attraverso l'istituzione di un elenco delle strutture residenziali idonee all'accoglienza e al reinserimento sociale di coloro che hanno i requisiti per accedere alle misure penali di comunità, ma che non sono in possesso di un domicilio idoneo e sono in condizioni socio-economiche non sufficienti per provvedere al proprio sostentamento;

- introdurre una nuova fattispecie di reato al fine di chiarire definitivamente la punibilità delle condotte di peculato per distrazione del pubblico ufficiale o dell'incaricato di un pubblico servizio;

- eliminare le incertezze interpretative in relazione alle procedure esecutive nei confronti degli Stati esteri;

- razionalizzare benefici e regole di trattamento applicabili ai detenuti, in particolare in materia di colloqui telefonici e liberazione anticipata;

- assicurare l'effettività delle funzioni di impulso e coordinamento del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo anche in relazione ai poteri di avocazione del procuratore generale presso la corte d'appello;

- differire il termine per l'entrata in vigore del tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie, al fine di permettere l'adozione degli interventi necessari per l'effettiva operatività del medesimo".

Secondo Samuele Ciambriello, portavoce degli 86 Garanti territoriali dei detenuti, il decreto "carcere sicuro" sarebbe da bocciare senza appello ed occorrerebbe "ascoltare maggiormente coloro che hanno per compito uno sguardo intrusivo nell'universo detentivo".

"Per porre fine a questa inutile strage", Stefano Anastasia, Garante Regionale del Lazio pensa a quale intervento immediato "alla liberazione anticipata almeno degli 8341 detenuti che hanno ancora da scontare meno di sei mesi di pena", aiuterebbe a ridurre l'attuale emergenza legata al sovraffollamento. 

Incalza Bruno Mellano, Garante della Regione Piemonte, rivolgendosi al Ministro Nordio, "Amnistia e Indulto non sono una resa dello Stato, ed è grave definirle così perché si tratta di misure inserite nella Costituzione Italiana".

Giulia Sciarrotta

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione