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Superbonus 110%, a rischio lavori in 209 condomini nella Marca

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L'allarme di Confartgianato: con la fine del provvedimento, si perde un volano da 3,5 miliardi di euro

La leva del Superbonus 110 per cento ha creato un volano nella Marca Trevigiana pari a quasi tre miliardi e mezzo di euro. Ha interessato otto settori su dieci legati all'edilizia, ma la frenata già si fa sentire. A rischio sono i lavori in 209 condomini, con conseguente rallentamento di comparti come la meccanica, il legno e mobili, i trasporti. "Se con un'auto si accelera di colpo e altrettanto improvvisamente si frena, uscire di strada è quasi garantito", è l'allarme lanciato da Oscar Bernardi, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, e si fonda sui dati elaborati dal centro studi dell’associazione. Il 110 per cento è stato un acceleratore straordinario per il Veneto, dove ha prodotto una ricaduta diretta di 9 miliardi di euro, a cui se ne aggiungono quasi altri 20 di indotto. La produzione e l’occupazione di un significativo numero di settori produttivi dipendono in misura consistente, e in alcuni casi pressoché totale, dall'attività del settore delle costruzioni, che effettua acquisti di beni e servizi da ben l’80% dell’insieme dei settori economici. In provincia di Treviso gli investimenti diretti legati al bonus hanno sfiorato il miliardo e 580 milioni di euro, di questi 664.620 hanno interessato i condomini.

Bernardi: "Frenata anche in tanti altri settori collegati"

"Manca un mese e mezzo alla fine dell’anno - sottolinea Bernardi - e il problema dei cantieri condominiali che rischiano di non essere finiti in tempo potrebbe non essere il più grave. La leva moltiplicatrice, che tanto ci ha agevolato sino ad ora, porterà ad una flessione altrettanto importante una volta che si chiuderà definitivamente il 110% e le conseguenze già si vedono. Stanno frenando bruscamente settori come i prodotti e i materiali da costruzione, la metalmeccanica e la metallurgia, ma anche i produttori di beni durevoli per la casa, come elettrodomestici e mobili, e il trasporto. Il blocco contro il quale si sta per schiantare l’edilizia attiverà impulsi negativi che si rifletteranno e si amplificheranno all'interno del sistema economico su moltissimi settori". Oltre al blocco dei cantieri che, anche in virtù del caos normativo e applicativo dello strumento, non riusciranno a terminare i lavori in tempo utile, Confartigianato segnala come le imprese del settore saranno penalizzate dall'incremento della ritenuta sui bonifici eseguiti dai propri committenti che intendano sfruttare i bonus fiscali, come previsto dalla manovra 2024. "Pur condividendo la necessità di chiudere la stagione del 110% - ragiona ancora il rappresentante delle piccole imprese - va aperta subito una riflessione seria sul futuro dell'efficientamento degli edifici in Italia, in particolare per le famiglie meno abbienti. Una scelta obbligata, non possiamo continuare a vivere su fabbricati che sono caldi d’estate e freddi d’inverno e dove il costo energetico oggi, per renderli vivibili, è improponibile a molte famiglie. Bisogna trovare una soluzione che possa dare la possibilità a tutti di poter efficientare le proprie abitazioni, singole o plurime. Certo serve l’aiuto delle banche, ovviamente con i dovuti criteri di sostenibilità e non certamente con i tassi attuali". Per recuperare i ritardi accumulati con il 110%, Confartigianato spinge per una proroga tale da permettere una conclusione ordinata al superbonus, che eviti la perdita improvvisa di centinaia di migliaia di posti di lavoro causata dalla sicura interruzione di migliaia di cantieri. All’orizzonte si prospettano contenziosi tra condomìni e imprese con la corsa forsennata già in atto per finire i lavori, con conseguente rischio sia per la sicurezza dei lavoratori coinvolti, sia per la qualità degli interventi eseguiti.
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