Licenziamenti alla Georg Fischer: sciopero e presidio

I lavoratori incrociano le braccia per otto ore contro la chiusura dello stabilimento di Valeggio

Adamo Chiesa

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20.02.2025 - 17:36

Foto della mobilitazione

Sale la tensione alla Georg Fischer PFCI S.r.l. di Valeggio, dove i 45 dipendenti dello stabilimento, supportati dalla RSU Fiom e dai sindacati, hanno proclamato per domani, venerdì 21 febbraio, uno sciopero di otto ore accompagnato da un presidio davanti ai cancelli dell'azienda dalle 8 alle 9:30. La protesta arriva dopo l’annuncio del licenziamento collettivo di tutti i lavoratori e un primo incontro con la proprietà ritenuto insoddisfacente. La multinazionale svizzera Georg Fischer AG, di cui lo stabilimento di Valeggio fa parte, ha motivato la chiusura con un calo dei volumi produttivi. Tuttavia, i sindacati contestano questa versione, evidenziando che il bilancio del 2023 si è chiuso in positivo e che l'inizio del 2024 è stato in linea con le aspettative aziendali. La decisione è stata presa senza un adeguato confronto con le rappresentanze sindacali, il che ha alimentato la tensione tra i lavoratori. Secondo la Fiom, l’azienda ha risposto negativamente alla richiesta di apertura della cassa integrazione straordinaria, prevedendo invece una riduzione del pacchetto di buonuscita. Una proposta che il sindacato ha definito irricevibile e lesiva dei diritti e della dignità dei lavoratori. Per questo motivo, la Fiom ha richiesto l’attivazione dell’Unità di Crisi della Regione Veneto, che il 26 febbraio ospiterà un primo incontro tra le parti con l’obiettivo di trovare una soluzione alternativa alla chiusura. “Contestiamo la mancanza di chiarezza sulle motivazioni della chiusura, che sembrano più legate a logiche finanziarie che a reali difficoltà produttive o di mercato”, ha dichiarato Flavio Capone, funzionario della Fiom Verona. “Chiediamo il ritiro immediato della procedura di licenziamento collettivo e l’apertura di un tavolo di confronto con la direzione aziendale per valutare soluzioni alternative che tutelino l’occupazione”. Lo sciopero e il presidio rappresentano il primo passo di una mobilitazione che i lavoratori intendono portare avanti con determinazione, nella speranza che il confronto con le istituzioni possa portare a una soluzione positiva per il futuro dello stabilimento e delle loro famiglie.

La multinazionale svizzera Georg Fischer AG, di cui lo stabilimento di Valeggio fa parte, ha motivato la chiusura con un calo dei volumi produttivi. Tuttavia, i sindacati contestano questa versione, evidenziando che il bilancio del 2023 si è chiuso in positivo e che l'inizio del 2024 è stato in linea con le aspettative aziendali. La decisione è stata presa senza un adeguato confronto con le rappresentanze sindacali, il che ha alimentato la tensione tra i lavoratori.

Secondo la Fiom, l’azienda ha risposto negativamente alla richiesta di apertura della cassa integrazione straordinaria, prevedendo invece una riduzione del pacchetto di buonuscita. Una proposta che il sindacato ha definito "irricevibile e lesiva dei diritti e della dignità dei lavoratori". Per questo motivo, la Fiom ha richiesto l’attivazione dell’Unità di Crisi della Regione Veneto, che il 26 febbraio ospiterà un primo incontro tra le parti con l’obiettivo di trovare una soluzione alternativa alla chiusura.

“Contestiamo la mancanza di chiarezza sulle motivazioni della chiusura, che sembrano più legate a logiche finanziarie che a reali difficoltà produttive o di mercato”, ha dichiarato Flavio Capone, funzionario della Fiom Verona. “Chiediamo il ritiro immediato della procedura di licenziamento collettivo e l’apertura di un tavolo di confronto con la direzione aziendale per valutare soluzioni alternative che tutelino l’occupazione”.

Lo sciopero e il presidio rappresentano il primo passo di una mobilitazione che i lavoratori intendono portare avanti con determinazione, nella speranza che il confronto con le istituzioni possa portare a una soluzione positiva per il futuro dello stabilimento e delle loro famiglie.