A un mese dal voto sono più le scintille che i contenuti a tenere alto il tono della campagna elettorale
Più che i temi, a tenere alto il tono di questa campagna elettorale sono le scintille. Che rendono l’aria di Treviso particolarmente elettrica, ma non elettrizzante. Botte e risposte a suon di post e comunicati stampa, accuse e controaccuse, provocazioni, dita puntate e boutade, che unite a qualche gaffe altamente infiammabile mettono certo un pizzico di pepe ai giorni che separano la città dall’esito delle urne, ma a conti fatti non regalano agli elettori materiale vero su cui riflettere. Dimentichiamoci pure che all’inizio della competizione avevano aderito tutti con entusiasmo all’appello arrivato da uno dei candidati per una campagna elettorale dai comportamenti e dal lessico che fossero esempio di buona politica. Era una bella idea, ma troppo bella per essere messa in pratica. Ecco, al di là dei nervi scoperti che ci possono anche stare (ma che sono buoni solo per i gàtu sentìo in piazza con gli amici all’ora dell’aperitivo oppure nelle chat di partiti e simpatizzanti di tizio caio e sempronio), a Treviso una mobilitazione volta a conseguire pubblico supporto per la conquista di Ca’ Sugana finora c’è stata poco. Si è vista a tratti. La domanda è: cosa si aspettano le cittadine e i cittadini da una campagna elettorale al termine della quale devono scegliere il proprio sindaco e il consiglio comunale? La risposta sta in un’unica parola: capire. Capire cosa ha funzionato e cosa no. Capire dove stanno i problemi e quali sono le soluzioni. Capire quali sono i piani, le visioni, i progetti a breve, medio e lungo termine. Capire quale modello di città si ha in mente. Capire quale posto avranno i giovani nella Treviso che si vuole costruire nei prossimi cinque anni. Capire se si intendono affrontare anche come comunità le conseguenze dei cambiamenti climatici e quali sono le proposte. Perché qualunque sia la quota messa sul tavolo dai bookmaker, la democrazia passa per le urne. E chi vota ha il diritto a una campagna elettorale fatta di confronti sui contenuti e non di scaramucce. Sara Salin
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