Elezioni Comunali, l'intervista ad Antonio Rossini candidato sostenuto da "Noi per Rovigo" e "Alleanza dei Moderati"
Antonio Rossini
La priorità di Antonio Rossini, in corsa per Palazzo Nodari sostenuto dalle liste “Noi per Rovigo” e “Alleanza dei Moderati”, sono le frazioni. Nelle periferie, il candidato propone di aprire uffici di prossimità, potenziare i plessi scolastici e migliorare l’illuminazione pubblica. “Occorre avere rispetto delle radici - dichiara Antonio Rossini, candidato sindaco di Rovigo - e dare voce a tutte le realtà territoriali, valorizzandone le potenzialità. Bisogna salvaguardare le identità culturali dei rodigini, cominciando da coloro che sono stati abbandonati dalle amministrazioni e dai politici di turno. Ritengo necessario portare il Comune nelle frazioni, aprendo uffici informativi, anche in collaborazione con pro loco, associazioni e parrocchie. Nelle periferie non possono più mancare luoghi di incontro e di aggregazione della comunità, come i centri socio ricreativi. Un altro intervento prioritario riguarda il mantenimento dei plessi scolastici, partendo dalla fascia d’età tra gli zero e i sei anni, altresì fornendo un servizio mensa. La viabilità resta un tema chiave, che va affrontato potenziando la segnaletica stradale e migliorando l’illuminazione pubblica, in modo da garantire l'incolumità dei residenti”. “Nei quasi dieci anni trascorsi al servizio dei rodigini - prosegue l’aspirante primo cittadino -, sempre sedendo tra i banchi dell’opposizione, ho maturato una considerevole e variegata esperienza politica che non vorrei fosse dispersa. I numeri e i contenuti delle mie interpellanze sono agli atti del Comune di Rovigo e molte di queste sono state ritenute, dalla stampa locale, degne e meritevoli di essere portate alla ribalta della cronaca politica rodigina. La nostra Rovigo, non a caso ricordata come ‘Città delle rose’, ha una sua identità storica, culturale, economica e ambientale. Deve essere valorizzata per quello che merita di essere, per poter emergere e affermarsi al di là delle sponde dei due grandi fiumi. Per uscire dalla marginalità, per invertire la rotta verso un declino economico e sociale, è chiara la necessità di poter disporre di buoni amministratori del bene pubblico, non di tuttologi autoreferenziali, incuranti delle vere problematiche della città”. Giacomo Capovilla
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