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EMERGENZA CASA. Padova Nord 3/4

Il Sunia: “Cittadini ignorati e calpestati, diciamo no al metodo spacca-famiglia”

Il segretario provinciale del sindacato unitario inquilini e assegnatari Michele Brombin

Sunia

Una manifestazione del Sunia

“A nord di Padova seguiamo numerose situazioni critiche, con persone per strada, famiglie divise e sportate da una parte all’alta. I Comuni spesso si trovano da soli ad affrontare questi casi ma la sensibilità non è sempre la stessa”

C’è chi l’emergenza casa la tocca con mano, quotidianamente, perché si trova in prima linea accanto a chi un’abitazione l’ha persa per uno sfratto o non riesce proprio a trovarla, perché è rimasto senza lavoro, oppure perché è straniero, ma anche anziano e la pensione non basta per permettersi di pagare un affitto. Michele Brombin, segretario provinciale del Sunia di Padova, il sindacato unitario nazionale inquilini ed assegnatari di questi casi ne segue a decine e traccia un quadro preoccupante, nel quale a pesare sono le distorsioni del mercato, con la carenza di alloggi e i prezzi impazziti, ma anche la burocr azia e il rapporto difficile con le istituzioni.  

Cadoneghe. Fotografia di un paradosso: gli alloggi ci sono ma le famiglie restano in attesa

In un territorio molto ambito dal punto di vista abitativo, nonostante la domanda elevata esistono ancora numerose criticità. “Siamo l’ottavo comune per numero di alloggi di edilizia residenziale pubblica, ma una parte di questi non è assegnata. Intendiamo lavorare sul social housing”

Nella cintura urbana di Padova il Sunia sta seguendo diverse situazioni critiche, storie nelle quali ci sono famiglie divise, persone per strada, bambini e mamme spostati da una parte all’altra, ma anche pensionati che non sono più in grado di sostenere le spese dell’affitto. “Stiamo seguendo dei casi veramente difficili - spiega Brombin - proprio nei Comuni che circondano Padova. Abbiamo il caso di una famiglia rimasta senza abitazione, con la madre e i tre figli ospitati in una struttura di accoglienza e il padre, che ha un lavoro part time, costretto ad arrangiarsi con sistemazioni di fortuna o a dormire per strada. Dovrebbe anche occuparsi di trovare un nuovo alloggio, ma in queste condizioni non ci riesce. Intanto però il comune sta spendendo 240 euro al giorno per garantire una sistemazione alla moglie e ai tre bambini in una struttura di accoglienza. E’ una spesa notevole, abbiamo proposto all’amministrazione comunale di affittare da privati un alloggio e darlo in concessione alla famiglia, che in questo modo potrebbe riunirsi, ma non se n’è fatto nulla, il comune non ne vuole sapere. Eppure risparmierebbe parecchio denaro e potrebbe dare un po’ di respiro ad un nucleo familiare che si trova in evidente difficoltà.  

Va detto - aggiunge il segretario del Sunia padovano - che i Comuni spesso si trovano da soli ad affrontare l’emergenza abitativa e gli approcci non sono gli stessi. Alcuni servizi sociali adottano il sistema che ho ribattezzato “spacca famiglia”, come quello di cui parlavo, invece di intervenire subito, come chiediamo inascoltati noi del Sunia, con l'assegnazione in emergenza abitativa, un provvedimento previsto dalla legge regionale. Ma ci sono anche assistenti sociali che arrivano ad opporsi all’ufficiale giudiziario proprio perché non vogliono dividere il nucleo familiare e separare i bambini da uno dei genitori. Purtroppo la Regione e lo Stato fanno poco o nulla per garantire il diritto alla casa che invece dovrebbe essere al primo posto nelle loro priorità”, conclude Brombin.

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