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Arte moderna
04.10.2024 - 07:00
Vinicio Vianello, Venezia, 1954, olio su tela, 85x106 cm
Maco Arte di Padova ospiterà, da oggi 4 ottobre, fino al 2 novembre 2024, la mostra "Costellazione Informale. Libere Astrazioni dal secondo dopoguerra all’azionismo". L’ingresso è libero e l’evento promette di immergere il pubblico in un percorso artistico che racconta la corrente dell'Informale attraverso circa 40 opere, dalle sue origini fino alle sue influenze contemporanee.
Il viaggio espositivo si apre con un'opera su carta di Lucio Fontana, caratterizzata da una forma ovale che, secondo Mattia Munari, titolare di Maco Arte, assume una funzione generativa. Questa prima opera simboleggia il legame tra le diverse esperienze artistiche presenti nella mostra, ponendo Fontana come figura centrale della corrente.
L'esposizione offre una panoramica dell'astrazione gestuale dal secondo dopoguerra, evidenziando gli sviluppi avvenuti tra gli anni Cinquanta e Sessanta, periodo in cui l'Informale emerge come tendenza predominante in Europa, influenzato dall'Espressionismo Astratto americano. Gli artisti europei, come i loro omologhi americani, si avvicinano agli "automatismi espressivi" del Surrealismo, dando vita a un linguaggio artistico che abbandona le rappresentazioni tradizionali per esprimere emozioni e stati d’animo.
Le opere in mostra, ricche di materia e colore, riflettono la complessità delle esperienze vissute durante e dopo il conflitto mondiale. La pittura informale diviene un campo d'azione che "incarna" la ferita collettiva della guerra e offre una nuova concezione dello spazio, evocando un sentimento della natura più profondo e autentico.
Attraverso un'interazione dialettica tra segno e materia, ordine e disordine, opacità e trasparenza, la mostra mira a svelare le costanti espressive dell’Informale. Accanto a nomi di spicco come Afro, Hartung, Mathieu e Vedova, l'esposizione include anche opere di artisti legati allo Spazialismo veneziano e al Gruppo Forma 1, come Bacci e Accardi.
Significativa è la presenza delle opere del gruppo giapponese Gutai, che rappresentano uno dei culmini del processo di identificazione tra atto artistico, corpo e mondo organico. Il percorso si chiude con due opere di Hermann Nitsch e Arnulf Rainer, esponenti dell’azionismo viennese, che attestano l'eredità dell'Informale fino al nuovo millennio.
Curata da Mattia Munari e Nicola Galvan, la mostra è accompagnata da un catalogo che sarà presentato al termine dell’esposizione. Un’occasione imperdibile per immergersi in una delle correnti artistiche più affascinanti del secolo scorso.
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