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La Maschera e l'Identità: la mostra "The Mask is the Face" a Venezia

Un dialogo tra riflessione e metamorfosi ad opera di Lavinia Fagiuoli

 La Maschera e l'Identità: la mostra "The Mask is the Face" a Venezia

Foto di repertorio

A Venezia, fino al 1° marzo 2025, lo Studio Inchiostro ospita la personale di Lavinia Fagiuoli intitolata The Mask is the Face, un’esposizione che invita alla riflessione profonda sull'identità, il volto e il ruolo della maschera. Il titolo si ispira alla celebre frase di Susan Sontag, tratta dal suo saggio On Style, ed è un omaggio alla potenza simbolica della maschera nel definire chi siamo e come ci presentiamo agli altri.

La mostra, che può essere visitata tutti i giorni dalle 11 alle 18 con ingresso gratuito, presenta venti opere tra tele, disegni e un'installazione su specchio, completate da testi curati da Andrea Cristallini. Le opere dell’artista sono fortemente legate al contesto veneziano, una città dove l'identità sembra sciogliersi e riformarsi continuamente, proprio come le sue superfici riflettenti e le acque che avvolgono le sue calli.

In particolare, le opere in mostra pongono una domanda fondamentale: la maschera è un mezzo per nascondere o una vera e propria rivelazione dell’autenticità del sé? Chi siamo veramente quando ci guardiamo allo specchio? L’artista sfida il pubblico a confrontarsi con la propria immagine riflessa e con il concetto di “sé” che cambia a seconda del contesto e della percezione altrui.

Nel suo lavoro, Fagiuoli esplora anche la storica connessione di Venezia con il vetro di Murano, il luogo dove è nato il moderno vetro specchiante, che ha rivoluzionato il concetto di riflessione. L’idea che si è ciò che si guarda, come affermava lo scrittore Iosif Brodskij, risuona in ogni angolo della città e si riflette nel percorso artistico dell’artista.

La mostra The Mask is the Face non è solo un'esposizione di arte visiva, ma un’esperienza sensoriale che invita a entrare nel mondo della riflessione e della trasformazione. Ogni opera sembra sfidare lo spettatore a interrogarsi sul proprio rapporto con la realtà e con l’immagine che proietta, come se ogni specchio non fosse solo un oggetto, ma una porta verso un'altra dimensione dell'autoconsapevolezza.

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