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Cultura e spettacolo
07.03.2025 - 12:16
Foto di repertorio
Il vino è più di una semplice bevanda: è storia, cultura, tradizione e, soprattutto, arte. Da millenni, infatti, il nettare di Bacco è protagonista di innumerevoli opere pittoriche, ispirando artisti e diventando simbolo di convivialità, sacralità e piacere. A esplorare questa affascinante relazione tra vino e arte figurativa sarà l’incontro "Il vino nell'arte figurativa", in programma giovedì 13 marzo alle 20.30 presso la prestigiosa Azienda Agricola Conte Collalto di Susegana (TV), nell’ambito del Festival della Cultura di Moriago.
A guidare il pubblico in questo viaggio tra capolavori e tradizioni sarà Lorena Gava, critica d'arte e direttrice della manifestazione, che accompagnerà i presenti attraverso un percorso che spazia dalle antiche civiltà fino ai giorni nostri. Con il supporto di immagini proiettate, la serata attraverserà epoche e stili diversi, raccontando come il vino sia stato interpretato e rappresentato da artisti di ogni tempo.
L’arte e il vino camminano insieme sin dagli albori della civiltà: dagli Egizi ai Babilonesi, passando per l’Antica Grecia, dove il vino assume un significato sacrale e viene celebrato attraverso il culto di Dioniso, dio dell’ebbrezza e della rinascita. I Romani ne riprendono il mito, trasformandolo nel celebre Bacco, divinità che troverà un posto d’onore nella produzione artistica di epoche successive.
Nel Rinascimento, il vino diventa protagonista di straordinarie opere: da Michelangelo, che scolpisce il celebre Bacco oggi conservato al Bargello di Firenze, fino a Caravaggio, che lo ritrae con una coppa in mano nel celebre dipinto custodito agli Uffizi, carico di simbolismi legati alla redenzione e al sacrificio cristiano.
Il territorio veneto, patria di grandi maestri, ha lasciato un’eredità artistica intrisa di riferimenti al vino. Basti pensare al Baccanale degli Andrii di Tiziano, vera celebrazione della vitalità e dell’ebbrezza, o al celebre affresco delle Nozze di Cana di Veronese, dove il vino diventa protagonista del miracolo biblico. Anche gli affreschi della Villa Barbaro di Maser, sempre del Veronese, restituiscono l’immagine di un paesaggio rigoglioso in cui le viti dominano la scena, segno di abbondanza e fertilità.
Nel Settecento e Ottocento, con il diffondersi delle Accademie di Agricoltura e l'evoluzione delle tecniche di conservazione del vino, la bevanda entra di diritto nei soggetti delle nature morte e delle scene di vita quotidiana. Capolavori come la Colazione dei canottieri di Renoir raccontano la gioia della convivialità, mentre nel Novecento il vino si lega a tematiche più cupe, come l’oblio e la solitudine, come dimostra Il giorno dopo di Munch, in cui il vino diventa simbolo di sconfitta e smarrimento interiore.
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