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L'iniziativa

Verona, yoga in carcere: alla ricerca della libertà oltre le sbarre

Nel carcere di Montorio un corso di Kundalini Yoga sta aiutando i detenuti a trovare serenità e benessere psicofisico

Verona, yoga in carcere: alla ricerca della libertà oltre le sbarre

Foto di repertorio

Cosa significa davvero essere liberi? È possibile sperimentare un senso di libertà anche dietro le sbarre di un carcere? Queste sono le domande che si pongono i detenuti del carcere di Montorio, a Verona, mentre partecipano al corso di Kundalini Yoga, un'iniziativa che da otto anni cerca di portare un po’ di pace e serenità in un ambiente altrimenti segnato da tensioni e privazioni. Questo progetto, ideato da Roberto Cagliero insieme a Nicoletta Ortu e Francesco Previti, ha preso piede a livello nazionale, dimostrando che anche in contesti difficili, come quello carcerario, il benessere psicofisico può diventare un obiettivo raggiungibile.

Un metodo che va oltre le sbarre
Insegnare yoga in carcere è un’esperienza diversa rispetto alla pratica in una palestra. Non si tratta solo di trasmettere posizioni o tecniche di respirazione, ma di entrare in sintonia con un ambiente sociale estremamente complesso. Cagliero e il suo team, operando sotto l'associazione Horse Valley di Corte Molon, hanno sviluppato un approccio che va oltre il giudizio, puntando alla connessione autentica con chi è privato della libertà.

Il carcere di Montorio ha vissuto un anno particolarmente tragico, con un numero elevato di suicidi tra i detenuti. In questo contesto, il corso di yoga ha rappresentato un'ancora di salvezza per molti.

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