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L'iniziativa
08.03.2025 - 14:21
Foto di repertorio
Cosa significa davvero essere liberi? È possibile sperimentare un senso di libertà anche dietro le sbarre di un carcere? Queste sono le domande che si pongono i detenuti del carcere di Montorio, a Verona, mentre partecipano al corso di Kundalini Yoga, un'iniziativa che da otto anni cerca di portare un po’ di pace e serenità in un ambiente altrimenti segnato da tensioni e privazioni. Questo progetto, ideato da Roberto Cagliero insieme a Nicoletta Ortu e Francesco Previti, ha preso piede a livello nazionale, dimostrando che anche in contesti difficili, come quello carcerario, il benessere psicofisico può diventare un obiettivo raggiungibile.
Un metodo che va oltre le sbarre
Insegnare yoga in carcere è un’esperienza diversa rispetto alla pratica in una palestra. Non si tratta solo di trasmettere posizioni o tecniche di respirazione, ma di entrare in sintonia con un ambiente sociale estremamente complesso. Cagliero e il suo team, operando sotto l'associazione Horse Valley di Corte Molon, hanno sviluppato un approccio che va oltre il giudizio, puntando alla connessione autentica con chi è privato della libertà.
Il carcere di Montorio ha vissuto un anno particolarmente tragico, con un numero elevato di suicidi tra i detenuti. In questo contesto, il corso di yoga ha rappresentato un'ancora di salvezza per molti.
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