Venezia, "Cascando!” chiude i Martedì dell’Avogaria con ironia e riflessione sull’esistenza

Il 15 aprile Flavia Germana De Lipsis porta in scena il testo di Pietro Dattola

Stefano Gabbiano

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14.04.2025 - 14:42

Teatro

Sarà “Cascando!”, testo scritto e diretto da Pietro Dattola e interpretato da Flavia Germana De Lipsis, a segnare il gran finale della rassegna I Martedì dell’Avogaria, l’appuntamento ormai consolidato con la drammaturgia contemporanea italiana. Lo spettacolo andrà in scena martedì 15 aprile alle ore 21, presso il Teatro a l’Avogaria, in Corte Zappa, Dorsoduro 1607. “Cascando!” è una pièce dalla vena ironica ma profondamente esistenziale, che ruota attorno alla figura di Anna, una donna che si ritrova intrappolata nel pensiero ossessivo della propria finitezza. Ogni battito del cuore le ricorda che, un giorno, quel suono potrebbe cessare. Da qui inizia la sua corsa: tra discoteche e palestre, tra maestri spirituali e cieli stellati, Anna inciampa, cade, si rialza, ma non smette mai di cercare un senso. Il testo affronta con intelligenza e leggerezza il tema della morte e del vivere, trasformando l’angoscia della fine in un’occasione per riflettere sul significato dell’esistenza. Una riflessione che diventa un atto teatrale vivo, dinamico, punteggiato di sarcasmo e umanità. Con questo ultimo appuntamento, la rassegna dell’Avogaria si congeda dal pubblico confermando il proprio impegno nella promozione di voci nuove e sperimentazioni artistiche: un teatro che non ha paura di parlare dell’invisibile, ma con un linguaggio comprensibile, ironico, a tratti poetico.

Sarà “Cascando!”, testo scritto e diretto da Pietro Dattola e interpretato da Flavia Germana De Lipsis, a segnare il gran finale della rassegna "I Martedì dell’Avogaria", l’appuntamento ormai consolidato con la drammaturgia contemporanea italiana. Lo spettacolo andrà in scena martedì 15 aprile alle ore 21, presso il Teatro a l’Avogaria, in Corte Zappa, Dorsoduro 1607.

“Cascando!” è una pièce dalla vena ironica ma profondamente esistenziale, che ruota attorno alla figura di Anna, una donna che si ritrova intrappolata nel pensiero ossessivo della propria finitezza. Ogni battito del cuore le ricorda che, un giorno, quel suono potrebbe cessare. Da qui inizia la sua corsa: tra discoteche e palestre, tra maestri spirituali e cieli stellati, Anna inciampa, cade, si rialza, ma non smette mai di cercare un senso.

Il testo affronta con intelligenza e leggerezza il tema della morte e del vivere, trasformando l’angoscia della fine in un’occasione per riflettere sul significato dell’esistenza. Una riflessione che diventa un atto teatrale vivo, dinamico, punteggiato di sarcasmo e umanità.

Con questo ultimo appuntamento, la rassegna dell’Avogaria si congeda dal pubblico confermando il proprio impegno nella promozione di voci nuove e sperimentazioni artistiche: un teatro che non ha paura di parlare dell’invisibile, ma con un linguaggio comprensibile, ironico, a tratti poetico.