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La protesta

Padova, jeans stesi in piazza per dire basta alla violenza di genere

Il Denim Day trasforma Piazza dei Frutti in un grande flash mob contro il victim blaming

Padova, jeans stesi in piazza per dire basta alla violenza di genere

Foto di repertorio

Un mare di jeans distesi sul selciato, ciascuno accompagnato da una frase che racconta una colpa attribuita alle vittime. È con questa potente immagine che Padova ha celebrato il Denim Day 2025, giornata mondiale contro la violenza di genere e, in particolare, contro la sua forma più subdola: il victim blaming, ovvero la tendenza a colpevolizzare chi ha subito abusi.

Domenica 11 maggio, Piazza dei Frutti è diventata un luogo di denuncia e consapevolezza grazie al flash mob promosso dall’associazione Break The Silence Italia, che dal 2020 riporta nelle piazze italiane il significato profondo di questa giornata. Il Denim Day nasce in risposta a una sentenza della Corte di Cassazione del 1998 che assolse uno stupratore sostenendo che i jeans aderenti della vittima presupponessero il consenso. Una decisione che scatenò proteste internazionali e diede origine a una mobilitazione globale, dove indossare jeans è diventato un gesto di solidarietà verso tutte le persone sopravvissute alla violenza.

L’evento di Padova ha visto la partecipazione attiva di cittadine e cittadini, invitati a indossare un paio di jeans e a portarne un altro da stendere a terra, simbolicamente accompagnato da una frase accusatoria, come quelle che troppo spesso le vittime si sentono rivolgere: “Se l’è cercata”, “Con quel vestito cosa si aspettava?”, “Poteva dire di no”.

Ad arricchire il momento, le performance artistiche di Ambra di Marte e Heera Nuage, e le coreografie sul tema della violenza e del pregiudizio, realizzate in collaborazione con scuole di danza come The North Drop, Marlen Club, Ballet Center e ArtedanzA Tarcento. Ogni esibizione ha dato corpo e voce al dolore, alla forza e alla resistenza delle vittime.

Il Denim Day padovano è stato organizzato da Arianna Simonetto e Giorgia Bertolin, attiviste dell’associazione Break The Silence Italia, con il patrocinio del Comune. Accanto a loro numerose realtà associative che operano sul territorio: Centro Veneto Progetti Donna, Arcigay Tralaltro Padova, Mil - Muoversi in Libertà e Progetto Tiresia, in rete per un messaggio comune: la responsabilità della violenza non è mai della vittima.

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