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Sicurezza sul lavoro

L'allerta nazionale: infortuni e morti sul lavoro in Italia dal 2021 al 2024

Il primo monitoraggio italiano evidenzia un quadro allarmante sull'insicurezza sul lavoro, con focus su regioni ad alta incidenza e i settori più a rischio

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Foto di repertorio

Il report dell'Osservatorio Vega Engineering di Mestre, il primo a coprire un quadriennio, rivela un incremento preoccupante delle morti sul lavoro in Italia. Il rischio di decessi è salito da 14,7 morti per milione di occupati nel 2023 a 15,4 nel 2024, invertendo il calo precedente. Il Trentino-Alto Adige è stato in "zona rossa" per tutti e quattro gli anni, mentre la Sardegna resta la regione più sicura, sempre in "zona bianca".

Dati allarmanti e regioni a rischio

Le regioni con alta incidenza di mortalità nel primo semestre del 2024 includono Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Sicilia, Campania, Emilia-Romagna e Umbria, mentre Abruzzo, Puglia, Calabria, Lazio e Basilicata sono in "zona arancione". Le regioni con una popolazione lavorativa ridotta mostrano tassi più elevati di mortalità, un dato spesso trascurato.

Le differenze di genere e nazionalità

Gli uomini continuano ad avere un’incidenza più alta rispetto alle donne, mentre i lavoratori stranieri sono particolarmente a rischio, con un’incidenza salita da 25,7 nel 2021 a 34,1 nel 2024. I giovanissimi (15-24 anni) presentano un’incidenza di infortuni doppia rispetto ai lavoratori più maturi.

Settori a rischio e giorni critici

Il settore delle Costruzioni è il più colpito, seguito da Attività Manifatturiere e Trasporti. Il lunedì e il martedì risultano i giorni più pericolosi, con picchi di infortuni nel 2024.

Conclusione

Il monitoraggio dell’Osservatorio Vega Engineering evidenzia l'urgenza di migliorare la sicurezza sul lavoro in Italia, soprattutto nelle regioni e nei settori più a rischio.

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