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LEGGE BAVAGLIO
06.09.2024 - 00:15
"Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri il divieto di pubblicare il testo dell'ordinanza di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari o fino al termine dell'udienza preliminare", tradotto: la "Legge Bavaglio".
Si tratta di un provvedimento gravissimo perché si tratta di una forma estrema di censura: per intenderci, la vicenda dell'ex presidente della regione Liguria Toti, con lo scandalo corruzione, probabilmente non sarebbe emersa.
Dimentichiamoci quindi momentaneamente dell'affaire Sangiuliano-Boccia e del monologo con tanto di lacrime in diretta sul servizio pubblico: il rischio è quello che il Governo possa gestire completamente l'informazione, non solo quella di "Telemeloni" ma in generale anche quella di ogni altro media.
Dura la reazione dell'opposizione, a partire dal PD e dall'europarlamentare padovano Alessandro Zan, legittimate dal fatto che la Commissione Europea aveva dato parere negativo nel report sullo stato di diritto 2024. Report a cui lo stesso Zan ha preso parte a redigere.
La stampa gioca un ruolo cruciale nel fornire informazioni al pubblico e nel facilitare il dibattito su questioni di interesse pubblico. Limitare la possibilità di pubblicare dettagli rilevanti su procedimenti giudiziari impedisce una discussione informata, indebolendo la democrazia e il controllo sociale sulle istituzioni. Non solo: la mancanza di accesso pubblico ai documenti giudiziari impedisce alla stampa e al pubblico di monitorare l’operato del sistema giudiziario. Questo potrebbe nascondere errori, abusi di potere o ingiustizie, riducendo la responsabilità delle autorità e alimentando una percezione di opacità o corruzione.
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